Un pianista cresciuto nelle fila del collettivo bolognese Bassesfere e un batterista emerso dai effluvi di quell’effervescenza creativa che ruotava intorno alla berlinese FMP (Free Music Production). C’è poco da stare tranquilli, l’incontro è di quelli che prometton d’essere epocali.
E di fatto lo è.
Nell’arco di quasi un’ora i due attraversano in lungo e in largo la storia dl jazz sconfinando, di tanto in tanto, in zone limitrofe e sgraziando le loro esibizioni con tanto di fischi, urla e nenie primitive, in una sorta di bluff che ci presenta un risultato naif prodotto da uno zoccolo altamente professionale e tecnico.
I dodici brani di “Elements” provengono da tre diverse esibizioni, tenutesi fra il 2013 e il 2018, al Centro d’Arte Festival di Padova, all’Area Sismica di Meldola e alla Mediencampus der Sparkasse di Lipsia.
Come annunciato dal titolo si tratta di un lavoro dedicato agli elementi: aria, acqua, terra e … manca il fuoco (rappresentabile anche con il sole), in compenso ci sono delle riprese da Monk (il medley Pannonica / Bemsha Swing / Off Minor) ed Ellington (Passion Flower).
Che ognuno interpreti a piacere.
Completano il disco i contributi personali di Puglisi (Hitu) e Sommer (le 5 Miniaturen), più una sorprendente sempreverde White Christmas, ma sarebbe più consono dire sempre bianca, ben adattabile a tutti i contesti.
“Elements” è un disco effervescente, eclettico, imprevedibile, trascinante e depositario di uno sconfinato potere sciamanico.
Dategli un ascolto e buon pro vi faccia.
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