`1 – bis 4 - stimming´

Autore disco:

Florian Wittenburg

Etichetta:

Edition Wandelweiser Records (D)

Link:

www.wandelweiser.de

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2022

Titoli:

1) 1 – bis 4 – stimming (part 1) 2) Gedicht Nr. 10 3) 1 – bis 4 – stimming (part 2) 4) Gedicht Nr. 11 5) 1 – bis 4 – stimming (part 3) 6) Gedicht Nr. 12

Durata:

13:35

Con:

Florian Wittenburg

ist nicht zwei ohne drei ... sondern auch vier, fünf, sechs ...

x mario biserni (no ©)

In occasione del suo precedente disco su Wandelweiser (quel “Kranenburg Tree” che faceva seguito al bellissimo “Beyond The Traceries”) terminavo la recensione con un non c’è due senza tre che esortava l’autore a ripresentarsi con una terza realizzazione per l’ottima casa editrice tedesca. Sembra che Wittenburg abbia raccolto il mio appello e a un anno di distanza si ripresenta con questo nuovo interessante capitolo di una storia che ci auguriamo possa proseguire ancora per molto.
In “1 – bis 4 – stimming” a tre brani per pianoforte se ne alternano altrettanti per voce recitata su testi dello scrittore olandese Cees Nooteboom. Nei brani per pianoforte il vaglio delle note e gli ampi spazi dedicati al silenzio fanno molto pensare a Morton Feldman, seppure il metodo compositivo di Wittenburg appaia diverso, e un’unica perplessità potrebbe derivare dalla breve durata (poco più di 10 minuti spalmati nei tre brani). Diverso il discorso per i tre recitati che potrebbero restare ostici a chi non mastica bene la lingua tedesca (in questo caso i soli tre minuti e mezzo rappresentano però un’attenuante). Va comunque detto che le tre poesie non vengono recitate nel senso letterale del termine ma secondo un montaggio dalle caratteristiche musicali (ascoltare per credere).
A ulteriore contributo alla comprensione di un lavoro estremamente singolare e inconsueto riporto anche le note dell’autore:
«Il titolo allude già all'aspetto sistematico di questa musica per pianoforte: la variazione sistematica applicata della polifonia (in realtà, "da 1 a 4 toni" sarebbe più appropriato come titolo, ma suona un po' strano alle mie orecchie in tedesco), per cui la mia applicazione del sistema qui non è assoluta, cioè a volte mi sono discostato da esso per il bene della musica.
«Ma la musica ha anche una componente casuale: ho iniziato con mezza pagina di note centrali generate a caso, poi ho cercato di creare una coerenza attraverso la melodia e l'armonia.
«In questo senso, questa musica è una combinazione di caso e sistema. questo metodo di caso + sistema si traduce, in parole povere, in accordi e frasi che reagiscono l'uno all'altro. Questo sembra essere molto nello spirito di Morton Feldman, ad esempio paragonabile alle sezioni lente dei suoi ultimi pezzi, anche se dubito che un metodo casuale fosse alla base del suo lavoro.
«La musica che ne deriva potrebbe anche essere descritta come una sorta di "musica dodecafonica", dal momento che i brani contengono di solito tutti e dodici i toni. Ma è molto diversa dalla musica dodecafonica dei padri fondatori, come la musica di Schönberg, che operava consapevolmente con una serie di dodici toni.
«Come in molti brani di Feldman, questa musica non pone la questione della tonalità o dell'atonalità, ma le abbraccia entrambe.
«Le poesie di Nooteboom, in forma canonica, fungono qui da intermezzi. soprattutto, trovo che la loro qualità enigmatica si adatti bene a questa musica per pianoforte.»
Non so dire se si tratta del pezzo migliore della trilogia, ma è certo che si tratta del tassello più particolare e originale.
Ritornando sulla recensione al disco precedente e al proverbio del due e del tre, inviterei Wittenburg a dimenticarlo per pensare al quattro, al cinque e avanti numerando. Finché prosegue su questi livelli troverà sempre delle orecchie bendisposte nei suoi confronti.


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Data Recensione: 30/1/2024

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