`Un Son Peut En Cacher Un Autre´

Autore disco:

Pete Stollery

Etichetta:

Empreintes Digitales (CDN)

Link:

www.empreintesdigitales.com

Formato:

DVD audio

Anno di Pubblicazione:

2006

Titoli:

1) Onset/Offset 2) Peel 3) Shioum 4) Altered Images 5) Shortstuff 6) ABZ/A 7) Vox Magna

Durata:

68:31

Con:

Pete Stollery

Un disco di nicchia

x Salvatore Borrelli

Chi è precisamente Pete Stollery? Pete Stollery, classe 1960, è uno di quei musicisti-ricercatori, insegnanti accademici, performer ed acusmatici. Si tratta innanzitutto di musicisti che inseguono un taglio elettroacustico/acusmatico fin dentro le maglie complesse di forme istituzionalizzanti, di 'ricercatori' nel senso originario di questo termine, in maniera più generica di 'intellettuali' (passatemi il termine), e più a fondo di agitatori della scena; in sostanza Pete Stollery appartiene a quella classe di musici che prima di manomettere due o tre sorgenti, mantengono un atteggiamento coerente col mondo delle arti contemporanee, e quel background (che in Italia davvero è lacunoso e spesso imbarazzante) che gli permette, nonostante il curriculum tradotto in due lingue, e quindi, come è norma fare in questi ambienti, un po' sbandierato, d'innescare un discorso sonoro storicamente consapevole e potentemente supportato da ricerca e senso. Ma veniamo all'oggetto stesso. Questo è un DVD audio senza filmati, il supporto è per garantire 48 Khz/24 bit. Scelta già praticata nei settori dell'elettronica più perfezionista; quindi con questo niente di nuovo! I suoni sono in gran parte frutto di field recordings, che partendo in sordina s'intrecciano a smagliature pianeggianti con ausilio di granulazioni a warp; nel contesto, l'insieme dei suoni si basa su una costruzione pesantemente interpolante: da un lato la salda modularità ambientalista, dall'altro un certo uso della scheggia come elemento di montaggio e passaggio; in mezzo, una debordante continuità ciclica che si ripiega su se stessa come fosse un dragone proiettato su uno schermo di un fantasy. Il pericolo maggiore, anche in questo caso, è che questi suoni, per quanto integrati ed integranti, riscoprono uno scenario a mio avviso masturbatorio, figlio delle ricerche di Henry e di quelle di Parmegiani, ma con piglio di futurismo integralista che spesso scoraggia la fascinazione di fondo che questi suoni mantengono con l'essenza della musica. E` un lavoro molto curato, ha notevoli spunti di riflessione, e si muove su territori pietrosi, esponenziali, occultati, talvolta interrotti; eppure su tutto il concept si staglia come una gigantografia l'enorme vessillo tecnicista, modulista, da GRM che esplode proprio nei momenti in cui il suono si faceva più umano. Dietro il consacrato Fennesz dei tre giri di chitarra e dei pad granulati, comunque, si nascondono personaggi come Stollery, che scegliendo d'interagire con una forma differente di granularità , hanno anche imboccato un difficile percorso sia per la musica che per il cinema fantascientifico.


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Data Recensione: 26/3/2007

`Qui´  

`Radici´  

`Temporal Waves´  

`For A Reason´  

`Where Songs Go At Night´  

`Vurga´  

`Chamber Music´  

`In The Grip´  

`Cello Unlocked´  

`Jack´  

`Domicide´  

`Infinity Avenue´  

`Regenprasseln´  

`Incanto´ // `Tracce´  

`Dreaming Of Horses Running In Circles´  

`Our Sea Lies Within´  

`Due´  

`Words´  

`Nowhere Dense´  

`The Night Shall Break´  

`Chirurgia sperimentale´  

`Genius Loci´  

`Before The Fall´  

`Fold / Unfold / Refold´  

`Isocèle´  

`Fragments de Temps´  

`Freshta´  

`Sonatas & Interludes´ // `Concord´ // `The Time Curve Preludes´  

`Late Night Banter´  

`Bringing It Back / Round And Round And Round´  

`Ordo´  

`Pale Blue´  

`Maison Moderne´  

`Perlée De Sève´ // `Adage Vestige´  

`Materical´  

`Flashpoint´  

`The Hills Shout´