`Hide Nothing´ // `BeforeThen´

Autore disco:

Tell No Lies // Tim Trevor-Briscoe, Szilárd Mezei & Nicola Guazzaloca

Etichetta:

Aut Records (D) // Not Two Records (PL)

Link:

www.autrecords.com
www.nottwo.com

Formato:

CD // 4CD

Anno di Pubblicazione:

2022

Titoli:

1) Malatesta 2) Lule’ 3) Pachenia / Pomposa 4) Junius 5) Alvez 6) Medea / Levante 7) Asibiri // CD1: 1) Mooring 2) Guests / CD2: 1) So Close 2) Fog Blind 3) Mud 4) Faith CD3: 1) Exhalation 2) Without 3) By The River 4) Home Cooking 5) Midnight Round CD4: 1) Black Blinds 2) Circle 3) Before Then

Durata:

47:41 // 205:51

Con:

Nicola Guazzaloca, Edoardo Marraffa, Filippo Orefice, Luca Bernard, Andrea Grillini, Federico Eterno, Christian Ferlaino, Federico Pierantoni, Francesco Guerri, Gianluca Varone // Nicola Guazzaloca, Tim Trevor-Briscoe, Szilárd Mezei

«It is a great pleasure to share»

x mario biserni (no ©)

Mi riesce difficile non evidenziare il carattere politico, nel senso sano del termine, insito in un disco come “Hide Nothing”. Già dal nome del progetto e dal titolo del disco si desume una forte volontà di denuncia, in un mondo governato con bugie, sotterfugi e tramite l’abuso di una tecnologia sempre più raffinata. Tutto ciò nonostante il desiderio di giustizia che vien messo fuori dalla porta rientri costantemente dalla finestra.
Il punto focale del disco è rappresentato dal brano centrale dedicato a George Junius Stinney Jr., il ragazzo nero che con i suoi 14 anni è stato la più giovane vittima della pena capitale negli USA. Un chiaro atto d’accusa e di denuncia. È così che “Hide Nothing” si ricollega alla tradizione del grande jazz con contenuti sociali, quello di Strange Fruit, di Fables Of Faubus, delle Freedom Suite e della Liberation Music Orchestra.
Ma, come nei casi citati, questo carattere politico non prevarica affatto l’aspetto strettamente musicale del disco.
Vecchi concetti come cool, hot, bop, free, composizione e improvvisazione vengono sbancati da un collettivo che suona un jazz torrido, moderno e tradizionale al tempo stesso, con i piedi ben piantati nella storia della musica afroamericana senza per questo rinunciare a svicolare in lungo e in largo nel vasto mondo dei suoni.
L’ormai consolidato quintetto, che come nel disco precedente è coadiuvato da alcuni ospiti, dà prova di coesione ed equilibrio, e la libertà creativa dei musicisti non sembra soffrire della direzione univoca di Nicola Guazzaloca (che ha anche firmato la totalità dei brani). Il pianista bolognese riesce nella difficile arte, tramandata da maghi del genere come Duke Ellington e Chris McGregor, di far fare squadra ai suoi uomini. Uno per tutti e tutti per uno. C’è anche spazio per le invenzioni dei singoli ma, soprattutto, c’è spazio per le trascinanti fanfare collettive.
Se il Guazzaloca con la bacchetta del direttore ha modo di farsi apprezzare in “Hide Nothing”, in “Before Then” ad emergere sono le qualità del pianista, al pari di quelle altrettanto apprezzabili di Mezei alla viola e di Trevor-Briscoe al clarinetto e al sax alto. Qui l’organizzazione lascia spazio alla composizione spontanea, o meglio al dialogo interattivo a denti stretti di tre uomini che hanno tante cose da dirsi. I quattro dischi riportano integralmente, almeno credo, quattro concerti dati dai tre nell’arco di cinque giorni, dal 7 Novembre all’11 Novembre del 2019, in Ungheria, Serbia, Serbia e, di nuovo, Ungheria. Il fatto che per ben tre ore e mezza circa di tempo i tre dialoghino imperterriti praticamente senza ripetersi lascia pochi dubbi sull’immensa creatività concessa loro da madre natura. “Before Then” è un cofanetto paragonabile al “Nuits De La Fondation Maeght” di Cecil Taylor. Tale il padre tali i figli.
«It is a great pleasure to share», così terminano le note di copertina che portano la firma prestigiosa di Barre Phillips. Condividiamo.


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Data Recensione: 3/8/2024
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