Autore disco: |
Paolo Angeli |
Etichetta: |
Recommended Records (UK) |
Link: |
www.rermegacorp.com/ www.paoloangeli.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2022 |
Titoli: |
Acto Primero: 1) Cardos, 2) La Nana, 3) Ramas de Sueños; Acto Segundo: 4) Aljibe, 5) Jinete; Acto Terzero: 6) Rama oscura, 7) Monólogo de la Luna, 8) Nijar (Sidra), 9) Sucia arena; 10) A Federico, 11) Télon |
Durata: |
39:50 |
Con: |
Paolo Angeli |
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conquistato dai conquistadores |
x mario biserni (no ©) |
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Era chiaro che, dopo aver vissuto tanti anni tra Barcellona e Valencia, Paolo Angeli sarebbe venuto a patti con la cultura spagnola, talmente forte e sanguigna è quest’ultima che sarebbe impossibile viverci a contatto senza lasciarsi permeare.
Se era facile scommettere su questo fatto, più complicato era sapere come e quando si sarebbe verificato.
Bene, il fatto è oggi documentato da questo disco e l’ingresso di Angeli nell’universo della musica spagnola (meglio sarebbe dire nell’universo della cultura spagnola) avviene dalla porta principale, seppure già da qualche disco si potevano udire dei segnali in tal senso.
Avviene dalla porta principale perché ha trovato il suo cavallo di troia in “Bodas de Sangre”, un dramma teatrale scritto nel 1933 da Federico García Lorca e considerato una delle sue opere massime, del quale “Níjar” viene presentato come colonna sonora immaginaria. Per inciso va detto che il dramma si ispirava a un episodio di cronaca avvenuto a Níjar in Andalusia.
È chiaro che non basta pubblicare un CD presentato come an imaginary soundtrack for Bodas de Sangre by Federico García Lorca, con tanto di grafica che utilizza alcuni suoi disegni, per poter parlare di una contaminazione con la cultura spagnola. Una colonna sonora immaginaria, in quanto tale, è un soggetto puramente teorico.
Angeli, però, realizza il suo progetto con il sostegno di una serie di elementi estremamente concreti, a iniziare dall’utilizzo di frammenti di testo tratti dal dramma teatrale e cantati in castigliano.
Ancor più concreti sono i richiami strutturali al flamenco o l’ispirazione, in La Nana, a Nana del Caballo Grande di El Camarón de la Isla. Così come l’utilizzo, accanto alla ormai classica chitarra preparata e agli accorgimenti elettronici, di una chitarra flamenco.
Credo inoltre che dietro alla composizione di “Níjar”, conoscendo il rigore che da sempre contraddistingue Angeli, ci sia un approfondimento conoscitivo sia dell’opera di García Lorca sia della musica spagnola.
Dedicando il disco al grande poeta spagnolo, fucilato nel 1936 dai falangisti di Franco (mai dimenticare), Angeli trascende il semplice tributo al paese in cui da anni vive e senza bisogno di tanti proclami, a differenza dello Charlie Haden di “Liberation Music Orchestra” o degli Ex di “1936, The Spanish Revolution”, lascia intendere a quale Spagna il suo tributo si rivolge.
Eppure “Níjar”, nonostante tutto, suona inconfondibilmente come un suo disco, e questo dimostra quanto il suo mood sia personale e fortemente identitàrio.
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