`Beyond The Traceries´

Autore disco:

Florian Wittenburg

Etichetta:

Edition Wandelweiser Records (D)

Link:

www.wandelweiser.de
www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=1779
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www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=2111
www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=2206
www.sands-zine.com/archiviorec.php?IDrec=2252
www.florianwittenburg.com/

Formato:

CD

Anno di Pubblicazione:

2020

Titoli:

1) Beyond The Traceries 2) Moving Thirds (Take 1) 3) Noise Bowls (Part 1) 4) Of Exile 5) Moving Thirds (Take 2) 6) Noise Bowls (Part 2)

Durata:

29:02

Con:

Florian Wittenburg

un peu plus de neige salie

x mario biserni (no ©)

La notizia che Florian Wittenburg, un autore di cui ci siamo occupati a più riprese (vedi i contatti alle varie recensioni), aveva pubblicato su Wandelweiser mi ha colto di sorpresa, eppure osservando il percorso seguito dal musicista tale approdo appare del tutto consequenziale. Due parole a proposito della Wandelweiser: avviata nel 1992 da Antoine Beuger e Burkhard Schlothauer è oggi, con oltre 150 pubblicazioni all`attivo, la più importante e avanzata impresa discografica interamente dedita alla nuova musica di ricerca (accanto alla statunitense Mode e alla britannica Another Timbre). Detto ciò appare chiara l`importanza, per un musicista, di avere un disco in quel catalogo. Nel nostro caso, oltretutto, si tratta del disco giusto per la casa discografica giusta. “Beyond The Traceries” (titolo tratto dalla poesia Epitaph di Eric Pankey) viene presentato come un disco di electro-acoustic music. Un gran bel lavoro di minimalismo riduzionista, così lo definirei, i cui prodromi erano ben presenti nelle opere precedenti (come si può capire leggendo le vecchie recensioni). Più in concreto si tratta di suoni acustici vocali o strumentali trattati digitalmente in tempo reale. Che il soggetto sostanziale sia la voce, o un vibrafono, o un recipiente di vetro sfregato, viene ridotto a linee più o meno sottili e più o meno rotte da croste di silenzio. Qualcuno ha bollato il disco come influenzato dalla cultura Zen e questo ci riporta ad autori ormai classici quali Bernhard Günter, Thomas Köner e Radu Malfatti, con la siluette nitida di Morton Feldman sullo sfondo. Senz`altro, ma Wittenbug ha una poetica tutta sua e ben discernibile. E` il momento di prendere contatto con la sua musica, ammesso che non lo abbiate ancora fatto.

Prossimi top: "Strell" del WHO Trio; "Sketchrs For Violin And Vinyl" di Ayumi Paul & Achim Mohnè ...


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Data Recensione: 15/12/2021

`Drums & Octobass´ // `Always I Gnaw´  

`Escale´  

`Jalitah´  

`Catacryptico´  

`Farahser´  

`Qui´  

`Radici´  

`Temporal Waves´  

`For A Reason´  

`Where Songs Go At Night´  

`Vurga´  

`Chamber Music´  

`In The Grip´  

`Cello Unlocked´  

`Jack´  

`Domicide´  

`Infinity Avenue´  

`Regenprasseln´  

`Incanto´ // `Tracce´  

`Dreaming Of Horses Running In Circles´  

`Our Sea Lies Within´  

`Due´  

`Words´  

`Nowhere Dense´  

`The Night Shall Break´  

`Chirurgia sperimentale´  

`Genius Loci´  

`Before The Fall´  

`Fold / Unfold / Refold´  

`Isocèle´  

`Fragments de Temps´  

`Freshta´  

`Sonatas & Interludes´ // `Concord´ // `The Time Curve Preludes´  

`Late Night Banter´  

`Bringing It Back / Round And Round And Round´  

`Ordo´  

`Pale Blue´