Florian Wittenburg è un compositore tedesco, ma sarebbe più esatto definirlo teutonico. Sì, lo so che tedesco e teutonico sono quasi sempre usati come sinonimi.... In realtà teutonico si riferisce ai Teutoni, popolazione germanica certamente più primitiva di quella odierna, e rende sicuramente meglio l'idea di quella stessa inclemenza espressa in modo più dispregiativo da termini quali crucco e/o kraut.
La musica di Wittenburg soffre di rigidezza, rigore, meccanicità , e non voglio affermare il falso scrivendo che non apprezzo mai simili caratteristiche che, quando volute e ricercate, se non addirittura esagerate, offrono i loro motivi d'interesse e finiscono, se non con il conquistarmi totalmente, con il coinvolgermi comunque nell`ascolto.
E` quando queste caratteristiche sono frutto di una predisposizione naturale, quando non sanno sprigionare la necessaria ironia, che finiscono con il risultarmi particolarmente indigeste.
Quando, in concreto, la tecnica soffoca e uccide il sentimento.
E` un po' lo stesso effetto che mi fanno tutte quelle musiche molto tecniche, da certo hip-hop al black metal, che estremizzando certe loro caratteristiche di sostanza e d'immagine finiscono con il prendersi troppo sul serio.
Facendo un paragone con Morton Feldman, dal momento che viene citato in uno dei due dischetti, direi che la poetica, la dolcezza e la grazia del compositore americano vanno, nel nostro caso, quasi completamente a farsi friggere.
Ma superato questo scoglio, una critica riguardante più l'attitudine che l'aspetto compositivo e interpretativo, i due CD si fanno comunque ascoltare e contengono anche qualche motivo d'interesse.
Nel primo di essi, quello elettronico, il primo, terzo e quinto brano sono basati su campioni da uno strumento costruito da tal Stephan Froleyks, detto Messertisch, mentre il secondo è basato sempre su campioni tratti però da una scultura sonora di Willem Fermont, nominata come Tompret and the Bard. Aliasing Bell Pattern sembrerebbe essere, invece, una composizione elettronica tout court. L'attenzione principale va rivolta ai due inventori e alle loro creazioni, Messertisch e Tompret and the Bard, laddove i brani non si discostano, e non presentano alcuna particolare originalità , rispetto ai (troppo) numerosi lavori elettronici ascoltati da qualche anno a questa parte. E qui si potrebbero citare varie opere tratte dai cataloghi Mego e/o Trente Oiseaux.
L'altro CD è dedicato a composizioni per pianoforte. Le prime quattro, quelle in memoria di Morton Feldman, sono eseguite dall'autore stesso. Sol Meets John I, Sol Meets John II e Chords In Slow Motion sono invece affidate alle mani di Daan Vandewalle. Nei tre Drones è invece Nico Huijbregts che, con l'aiuto degli archetti, sfrega anche le corde all'interno della cassa armonica aggiungendo, in tutti e tre i brani, il bonus di proprie parti improvvisate.
In questi ultimi sei brani vengono meno i motivi del mio biasimo, dacchè sia Nico Huijbregts sia Daan Vandewalle mostrano un tocco meno spavaldo, più adatto a mettere in rilievo la fantasiosa bellezza sprigionata dai contrasti fra suono e spazi vuoti e fra suono primario e risonanze. Questo soprattutto nei tre primi brani citati mentre i bordoni dei Drones sembrano un po' cozzare con lo svolgimento armonico dettato sulla tastiera.
L'impressione globale è dunque quella di un Wittemburg più a suo agio come compositore che come strumentista-esecuture.
|