Mondongo può essere considerato come un progetto del batterista Arraiz-Rivas - Quasiviri, Ronin, Nicola Ratti, Satan Is My Brother... - dal momento che firma tutti i titoli di “Transparent Skin”. Gli altri tre musicisti sono tutti jazzisti, in buona parte facenti parte del giro `El Gallo Rojo`, di provate capacità . La formazione è abbastanza originale, limitata com`è a batteria / chitarra basso / sax alto / sax tenore, e possiede una sua peculiarità nel tagliare fuori tastiere, chitarre ed ottoni. I riferimenti sembrano essere nella musica di Ornette Coleman, per le tessiture e soprattutto per il sax alto di Bittolo Bon, ma una ritmica elettrica, e moderatamente funk, può rimandare al primo jazz elettrico o ad alcuni progetti dei `South Africans in London`. Il disco è ben suonato, vorrei vedere, e si lascia ascoltare con piacere, ma alla fine non riesce a stoccarsi nella memoria a causa di un`assenza di tratti realmente originali. Arraiz-Rivas, origini ispano-canadesi, è un musicista di vasta esperienza ed ha conseguito ampi riconoscimenti, nonchè titoli di studio, in ambito jazz e, forse, è proprio questo che frena il decollo verso alte quote di questo disco: un`attitudine a riproporre una lezione ben acquisita, da primo della classe, evitando qualsiasi rischio. Una menzione particolare per un`ultima pista, non segnalata nella scaletta, che coglie i quattro in un momento di maggiore libertà ... Volendo si può dare di più.
Ps: il pollice verso, che più verso non si può, va invece ad alcune recensioni lette in rete (per fortuna mi sono risparmiato quelle cartacee) che sono semplicemente un breve riassunto della press sheet!!!!!!!! Cazzo di Buddha... come si fa poi a chiedere più coraggio ai musicisti.
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