Z`ev è stato uno dei padri fondatori nonchè interprete fra i più particolari e coraggiosi della scuola industrial, personaggio schivo e defilato come pochi altri,un solitario duro e puro nonostante la fitta schiera di collaborazioni sparse in una carriera più che ventennale, Sonic Youth e Glenn Branca; Psychic Tv e Organum (solo per citarne alcuni).
Ora la piccola e coraggiosa label nostrana SmallVoices edita (quasi) in contemporanea questo bellissimo e riverberante lavoro audio ed il suo (pesante) omonimo letterario scritto dall`autore nel 1992.
Z`ev è da sempre stato attratto dalle connessioni instaurabili fra suono ed altre teorie, nello specifico si analizzano gli incroci possibili (plausibili e non) fra strutture numeriche e suono.
La SmallVoices ha richiesto all`autore di fornire documentazione sonora di quegli scritti ed il risultato è questo ottimo CD.
Diviso in tre grosse sezioni il lavoro si muove equamente fra distese tintinnanti e plumbee quasi dark ambient, tempestose e maligne sequenze ritmiche e, dove tutto si placa, un forte senso rituale che più di uno spiritello materializza nella stanza.
Intrigano notevolmente le risuonanti (ovattate e cupe) ritmiche della parte centrale del lavoro (vedi Dalet e Hay, ma anche Lamed e Mem); una sorta di cuore nero pulsante dove più di un contatto si inscena con altre sigle storiche come Spk e Test Dept.
L`unica cosa di cui si sente la mancanza (discreta) è l`approccio strettamente visivo della performance esecutiva, il muscolo lucido che lavora incurante della fatica, lo scintillio della materia; il corpo che si confonde nella struttura.
Quasi carne viva in mutazione.
Ricerca e piacere panico nel generare incroci sfrigolanti.
Certezze sgretolate e convulsioni statiche.
Gallina vecchia che produce gran buon brodo, magistrale esempio; salutare lezione per piccoli incazzati rumoristi in erba.
Delizioso e non rassicurante.
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