Cuore impavido.
Fhievel, con “Preghiera per una stella”, sviscera ulteriormente la poetica che contrassegnava il suo precedente CD “Le baptªme de la solitude”, e si addentra ancor di più in quel dolente intimismo mistico che può far pensare ad Eliane Radigue. Cicli di pensiero rivolti all`immenso che, nella loro struttura minimale, colpiscono per la `ricchezza` in timbriche calde e avvolgenti. I crepitii del sottofondo tentano di bilanciare, in concretezza ed in precarietà , quelle `volte di cielo` e, ai due terzi del brano, ritroviamo addirittura il fhievel che amava chinarsi ad osservare la venatura delle `foglie morte`. Ma è l`idea d`infinito a predominare, è come mettersi a sedere sulla cima di un monte, chiudere gli occhi e scrutare con il pensiero tutto quello che lo sguardo non arriverà mai a vedere. Luca Bergero è un autore sensibile e coraggioso, che ama rimettersi continuamente in gioco evitando sia le spiagge affollate sia la sicurezza dei focolari domestici, e negli approdi della sua navigazione c`è sempre un piccolo spazio riservato per tutti coloro che vogliono sfuggire dai calappi del luogo comune.
Cuori di tenebra.
L`ambientazioni in cui è stato registrato “Gravescape” è quanto di più oscuro, e in certo senso `blasfemo`, sia possibile contemplare: una specie di fossa comune in un vecchio cimitero nel bosco. I passi echeggiano sordi e ovattati. Intorno giacciono resti di ossa umane, pezzi di legno rinsecchiti e pietre. Due MiniDisc registrano le movimentazioni che avvengono nell`ambiente e ridanno vita alla morte sotto forma di suono. Tali registrazioni vanno a comporre le tre parti della suite Gravescape: in forma pura (Two) oppure rilavorate dai protagonisti (One da Anofele e Three dai Logoplasm). Anofele tinge tutto d`opaco e crea minicircuiti di ripetitività che si accavallano. I Logoplasm mordono più nel profondo, ed in principio è come se giungessero alle orecchie gli echi attutiti di un inquietante rito tribale, ma poi il tutto si addensa fino a montare (esplodere) in fasce di luce boreale. Se pensavate che in fatto di oscurità esoteriche Coil e Psychic TV rappresentassero il top siete serviti.
Cuore selvaggio.
Claudio Rocchetti è il musicista sperimentale italiano dell`ultima generazione che più si sta affermando, lo dimostra la mole delle esibizioni dal vivo e il gran numero di situazioni in cui riesce ad inserirsi. Complice di questa affermazione è una curiosità che lo spinge ad un ventaglio di collaborazioni piuttosto variegato e la tendenza a diffondere il proprio materiale senza porsi inutili fisime sul formato destinato a fare da tramite. Chi ne ha seguito le esibizioni sa bene quanto la sua non sia un`apparecchiatura elettroacustica ma un tavolo da ping-pong nel quale i suoni rimbalzano, si scontrano, si rincorrono, vengono improvvisamente stoppati e rovesciati in una partita che la sua verve artistica gioca con tutte le `cianfrusaglie` che ci sono a disposizione. E, nel novero della sua discografia, giunge a proposito e si inserisce perfettamente questa pubblicazione di materiale registrato in concerto che ripropone la selvaggia irruenza delle sue esibizioni. L`assenza dell`aspetto visivo, e di conseguenza la maggiore concentrazione sul suono, fa emergere poi tutta quella lucidità d`intenti che di primo acchito rimane nascosta dietro a tanta frenesia.
I CD-R e gli mp3 rappresentano le serie C1 e C2 della produzione musicale ma, come avviene per il calcio e come dimostra questa tripletta, non è detto che nelle categorie minori il gioco sia di conseguenza più scacio della serie A. Sicuramente il biglietto costa meno e l`ambiente è più `amichevole`. E, altrettanto sicuramente, ci sono meno intrallazzi.
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