Che cos`è il beat? Su questo interrogativo si apre “Vedo Beat” di Franco Beat, sorta di trattato sul beat e dintorni. Un lavoro complesso arricchito di stralci `critichi` presi da libri o libelli d`epoca come “Mondo beat”, “Il meglio del peggio, dal boom allo sboom”, “La solitudine del satiro”, che l`autore non si limita a riportare nel libretto ma anche a declamarli nel corso del cd, in funzione di collante tra le canzoni. Come ogni `tesi` interattiva che si rispetti, un lavoro di questo genere non può prescindere dall`elemento pratico e quindi dalla musica. Chi non fosse avvezzo al genere ha qui un`ottima occasione (altro che le chiacchiere che si sentono in giro) per capire cosa sia il “beat”, anche se ad essere sincero, musicalmente, lo ricordavo un po` diverso.
“Vedo beat” è infatti un disco di filastrocche pop moderno, ben suonato e prodotto, con testi a momenti anche esilaranti, come se Bugo incontrasse Samuele Bersani ad un raduno di freakettoni nostalgici (4 omini e 4 gatti ; il paradiso degli uomini fottuti). Certo, se lo volessimo banalizzare ci fermeremmo sicuramente qua: invece tra un rock tirato (facciamo due: un libro e una volta ancora) e un richiamo esotico alla Bruno Martino (ricami di bile), c`è anche un vago sentore di hip-jazz sofisticato (ciao caro), e delle buone melodie italiane, quelle meno auliche (l`elastico; Cresci?), e quelle più auliche, dalle parti dei cartoni animati anni 80 (quelli fighi non Cristina D`avena) (sfaciare delle macchine in giugno).
Disco interessante nell`elemento didattico, ben realizzato in quello propriamente musicale; non solo consigliato ai fan del genere (non il beat!).
Non sottovalutatelo: se avete dato una possibilità a Bugo, avete un dovere con Franco Beat.
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