La Diplodisc è l`etichetta discografica di Alessandro Monti, legata a lui e ai musicisti prossimi al suo unfolk, e questo disco ne presenta sia l`operato sia gli intendimenti, in linea di massima attraverso brani inediti, allargandosi anche a musicisti italiani e inglesi (tranne lo statunitense Dale Miller e il canadese David Rankine) con i quali nella sua ormai lunga attività si è trovato a contatto. I generi musicali presenti abbracciano un arco che va dal jazz elettrico alla world music, dal finger style al trip-hop, dal songwriting al barocco, dal neo-progressive all`ambient. Quindi, oltre ai nomi propriamente legati all`etichetta quali sono lo stesso Monti, il collettivo Quanah Parker e il trombettista hasselliano Massimo Berizzi, è possibile ritrovare vecchie conoscenze come Gigi Masin e i KAR o scoprire autentiche delizie tipo Daniel Biro, compositore, improvvisatore e artista multimediale, la cui Storm (scritta per la coreografa Jane Turner) si innalza a mia preferita. Comunque la lista dei partecipanti è talmente varia che chiunque potrà trovarci la sua gemma personale. La forza del disco, dovuta a tale varietà , ne rappresenta comunque anche la debolezza. E` infatti piuttosto difficile trovare un pubblico di vedute talmente larghe da essere interessato ad ascoltare tutto questo ben di dio senza storcere mai la bocca. Un altro piccolo difetto, ma per alcuni potrebbe anche essere un merito, sta in un'attitudine un po` attempata. Commovente la dedica agli amici scomparsi: Stephen James, Massimiliano Lupo, Dale Miller, Bert Jansch e John Martyn.
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