Non riesco proprio a scriver male di questi due leoncini del jazz olandese. Non ci riesco neppure quando ne avrei più d`un motivo, come in questa occasione dove i due paiono spudoratamente correre dietro all`applauso della platea, sin dalla scelta di inserire nella scaletta due arie di Giuseppe Verdi (da “La Traviata” e dall`”Aida”).
Contemporaneamente fa piacere veder sottrarre ai sontuosi templi della lirica queste pagine che, comunque sia, hanno fatto la storia della musica.
Ancor più piacere fa l`idea di un Verdi affiancato a perle della musica moderna quali sono Memories Of You di Eubie Blake (sì, quella che ha rifatto anche l`amatissimo Robert Wyatt) e Gloomy Sunday del pianista ungherese Rezső Seress.
A completare il quadro c`è qualcosa recuperato da autori della tradizione olandese (Harry Bannink e Nico Haak), oltre a quattro o cinque temi che portano le firme di Braam o Van De Graaf.
Lo spirito è quello tipico dei jazzisti olandesi, fra lo scanzonato e il dissacratorio, e il disco finisce così quasi sempre per strappare il sorriso.
Sono comunque convinta che - siamo sotto le stalle di un sempre più paralitico festival di sanremo e quindi permettetemi la citazione - «si può dare di più».
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