Fra i concerti che m'ero prefissata di vedere ad Angelica del 2014 c`era anche quello di Nicola Guazzaloca. Un fastidioso problema a un ginocchio mi rese difficili i movimenti, costringendomi ad abdicare, e così mi giunge estremamente gradita questa pubblicazione che mi offre la possibilità di ascoltare quello che, all`epoca, m`era sgusciato di mano. Gradimento che non riesce però a nascondere un certo fastidio mano a mano che lo scorrere del disco svela l`enorme entità della mia perdita.
In questa performance c`è tutto Guazzaloca, una specie di Cecil Taylor bianco ... o meglio, un pianista che mette insieme l`energia cronica di Cecil Taylor con le soluzioni surreali di John Cage.
Anche questa esibizione, così com`erano le originarie “Tecniche Arcaiche”, si divide in due parti ben distinte, una prima suonata all`interno della cassa armonica e una seconda suonata nella tastiera. In questa occasione le due parti non sono però suddivise in più brani ma scorrono come degli unici lunghi flussi continui.
Energia e sperimentazione, ma anche un profluvio di sensazioni che scaturiscono dai nervi e dai vasi sanguigni, emanazione di cervello e cuore, e soprattutto una sfrenata fantasia che permette a Guazzaloca di sfruttare al massimo, addirittura di moltiplicare, le possibilità offerte da uno strumento complesso qual è il pianoforte.
Volare sopra le nubi, come la medusa della copertina, e disperdere la propria bellezza urticante nelle strade dell`universo, in assoluta libertà . Questa musica può farlo.
Maledetto ginocchio!
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