Un titolo come “Pour en finir” lascia presupporre che questo è il capitolo finale della saga Klaxon Gueule, saga iniziata quasi 20 anni fa con “Bavards”. Il trio, dopo aver saggiato jazz, rock e quant`altro, torna con questa sesta uscita alla formula che aveva entusiasmato i nostri sensi ai tempi dello splendido “Muets”, il loro secondo CD del 1999, portando così a compimento un lungo viaggio circolare che ne ha arricchito e standardizzato (termine da leggere in senso positivo) il linguaggio. La loro sintesi di jazz, impro elettroacustica, rock progressive e noise raggiunge qui una sua pienezza e una sua consapevolezza definitive. Colpiscono più che positivamente una libertà armonica e una capacità di affiancare linee melodiche e linee tipicamente astratte, senza apparenti stonature, che fanno pensare alle cose migliori di Ornette Coleman.
E proprio a proposito di Ornette Coleman bisogna ancora parlare di capitolo finale, questa volta senza alcun dubbio, dal momento che il musicista nero-americano ha lasciato questo mondo lo scorso 11 Giugno. Come nel caso di “Pour en finir” ci troviamo di fronte a un ritorno alle origini, ritorno che non cancella affatto le esperienze accumulate in quasi sessant`anni di peregrinazioni ma si presenta come arricchito da esse. La dice lunga che dopo aver esordito con dischi eloquentemente intitolati “Something Else!!!!”, “Tomorrow Is The Question!”, “The Shape Of Jazz To Come” e “”Change Of The Century”, a oltre mezzo secolo di distanza il sassofonista e i suoi momentanei pard - tromba, batteria e un pianoforte in 3 dei 12 titoli - abbiano sentito l`esigenza di chiamare il loro progetto, e il disco che n`è derivato, come 'New Vocabulary'. Un altro aspetto da sottolineare riguarda la sorniona energia, e lucidità , con la quale questo ottantenne (le registrazioni risalgono al 2009) suona il sassofono. Per non dire di come si trova a suo agio con musicisti ben più giovani di lui (potrebbero essere addirittura suoi nipotini).
La musica, chiaramente, è in entrambi i casi più che degna di autori così blasonati e in qualche modo rappresenta un testamento unico e si pone ai vertici della loro produzione.
Peccato che le scipite confezioni non siano in grado di valorizzare due dischi così importanti.
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