Alla Kohlhaas, piccola etichetta di Trento alle prime armi, dopo un primo CD s`è scelto di orientarsi sui supporti in vinile. Scelta coraggiosa, devo dire, dal momento che del ritorno in auge di quel supporto fisico sembrano essersene avvantaggiati i soliti noti, e se il negozio sotto casa ha infine ripristinato le tipiche scaffalature per LP le ha poi riempite con le ennesime ristampe - remixate, remasterizzate, a 180 grammi, con aggiunta di inediti e quant`altro - in grado di far rivendere nuovamente alcuni dischi che già avevano venduto. Alla Kohlhaas sono ben consapevoli della situazione - appassionati, mica scemi - e stampano comunque in esiguo numero di copie, tantochè si può parlare di un regalo a se stessi e agli appassionati dell`oggetto in sé, affiancando ad esse la vendita in digitale. “Alchemy To Our Days”, all`interno dell`ancor giovane catalogo, fa seguito a “मेम वेर्म [mema verma]” di Giovanni Lami e precede “Ex-” dei Pequod e “Istruttiva Serie” di Nicola Di Croce.
Metzengerstein è un trio toscano che dopo una Jam Session e una collaborazione con IOIOI, diffuse in digitale, ha pubblicato gli LP “Albero Specchio” (su HARSH) e questo “Alchemy To Our Days”, e va detto che entrambi i dischi erano stati inizialmente diffusi su cassetta (rispettivamente per Sonic Meditations e Yerevan Tapes).
Stesa così un`approssimativa carta d`identità , del gruppo e della casa editrice, passo al contenuto.
La musica è definibile come qualcosa che sta fra il minimalismo e il rock cosmico; potrei citare i San Agustin quale riferimento, se non fosse che il tutto appare qui molto più strutturato. Sembra di cogliere anche un`influenza da parte delle musiche tradizionali del nord-est asiatico, perfette soundtrack per stati di trance, il tutto al fine di una psichedelia torbida e bacata che dà un senso anche al nome che il gruppo s`è scelto (“Metzengerstein” è il titolo del primo racconto pubblicato da Edgar Allan Poe).
La tabella di marcia della Kohlhaas si svolge, per ora, a ragguardevoli altitudini.
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