«”Dorpea”: a suite in two parts inspired by and dedicated to my hometown Torino» (Fabrizio Modonese Palumbo) Cos`è che unisce un musicista alla sua città ? I suoni e i rumori? La storia? La struttura urbana? Il clima? La gente?
Se la città in questione si chiama Torino gli spunti chiaramente aumentano, si dilatano, esplodono, diventano multipli e multietnici, come i colori e i dialetti che ne attraversano le strade, le piazze e i ponti. Torino è città d`acqua ma non di mare, alpina ma non di montagna, soffre e si nutre di queste contraddizioni.
Com`è che una città influenza un musicista? Attraverso i suoi suoni e rumori? La sua storia? La sua architettura? Il suo clima? I suoi abitanti?
Se il musicista in questione si chiama Fabrizio Modonese Palumbo, uno dei Larsen, appare chiaro come possa assorbire a mo` di spugna l`humus che lo circonda, i rumori e le architetture, le nebbie e i flash di luce.
Le sue impressioni sono ora raccolte in questa suite in due parti, il primo vero lavoro a suo nome, nella cui economia suona un po` di tutto: viola elettrica, organo elettrico, diddley bow, synth, chitarra trattata, piano verticale ... .
“Doropea” è un landscape noise e minimale, che sembra adagiarsi sulla città a coglierne gli scabrosi rilievi e i fragili flussi, quasi immobile, come una cappa di smog, penetrata comunque dai suoni delle sirene, dagli allarmi e dal battito dei martelli sulle incudini.
Lucido e passionale, “Doropea” alla fin fine non è tanto il ritratto di una città quanto il ritratto di un musicista che da quella città è stato forgiato e ad essa ritorna dopo varie ricerche, portando con se una considerevole varietà di sperimentazioni, e su essa riversa tutte le sue emozioni.
(Non solo) per gli aficionados dei Larsen.
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