Seconda pietra scagliata da questo trio, che già ci aveva favorevolmente impressionato con il disco d`esordio “Background Music For Bank Robberies”, e seppure la mira non sia proprio infallibile, il colpo arriva comunque in prossimità del centro pieno. Se i riferimenti dati per quel primo disco - un ventaglio che andava dalle forme geometriche del progressive a quelle veloci e mordaci del thrash-metal - restano validi, vorrei adesso aggiungere un`idea di fondo minimalista, o che comunque pone le sue basi nelle musiche ripetitive. E poi c`è la tradizione rock tutta, con la sua forza trascinante e coinvolgente, quella degli stacchi netti nei cambi di volume, di tono e di velocità , una tradizione della quale pare depositario l`esplosivo batterista Jeremy Thoma (una specie di Keith Moon²). Tradizione rock, e pop in generale, tradita anche da un`evidente voglia di citazionismo (While My Daughter Gently Sleeps è il caso più eclatante). Ma il 16 finale, una specie di giga folk riveduta e corretta, mostra ulteriormente come i tre non ci stiano ad essere rinchiusi in recinti troppo limitati. “Minimal Boom!”, in linea di massima, è comunque un disco più pacato e meditato del precedente, ma la seconda pietra, seppure scagliata con minor forza, può far più male della prima.
Da avere senza condizioni.
|