Sensorium, termine inglese derivato dal latino, sta ad indicare l`insieme delle percezioni attribuibili a un organismo vivente.
E` evidente quanta poca immodestia vi sia nel titolo che i salernitani Törst hanno scelto per il loro nuovo CD.
“Sensorium” è un disco di psichedelia visionaria e variopinta. Scorre come un viaggio circolare, magari dentro l`autobahn kraftwerkiana, e non mostra falle particolarmente compromettenti. L`unico segno di debolezza è ascrivibile alla voce in Lucidi che, lasciata troppo nuda, risulta poco efficace. Il punto più ad effetto è raggiunto invece in Beyond The Truths, dove autentici kraftwerkismi fanno da parentesi a un`inquietante recita waitsiana, il tutto condito con richiami pastorali. Il resto scorre per tappe sempre in bilico fra spazi infiniti e microcosmi interiori. Doucement.
“Sensorium” è uno di quei dischi destinati a ottenere molto meno di quello che meritano.
L`immodestia, quando è tallonata dai fatti, è la virtù dei forti.
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