`Kali Yuga´ // `Le filtre à sons - Vol. 1´

Autore disco:

Eva Milan // autori vari

Etichetta:

Seahorse Recordings (I) // Le filtre à sons (F)

Link:

www.seahorserecordings.com
www.lefiltreasons.com

Formato:

CD // CD-R

Anno di Pubblicazione:

2015

Titoli:

1) Prigioni 2) Hell Care Trade 3) Way Out 4) Mondo bipolare 5) Strane danze 6) Oltre i confini 7) Information Guerrilla 8) Salvi 9) Sanyasin // 1) Ghost Ballad 2) Alien Daï 3) The Second 4) Una sera qualsiasi 5) The Great Imitator 6) Ocean Of Clouds

Durata:

47:08 // 32:24

Con:

Eva Milan, Marco Mattei, Alex Bolatti, Francesco Petetta, Marco Rovelli, Alberto Ferrari, Samuele Baglioni // Eka Faune / Alien Daï / A.L.T / Hyaena Reading / Les Modules Étranges / Auti Dari

quasi un dovere

x mario biserni (no ©)

Potrei dilungarmi fin troppo nel fare questa recensione.
Potrei scrivere dell`Eva Milan attivista, il cui impegno intride i testi di queste nove canzoni.
Potrei scrivere di un titolo che fa riferimento alle Sacre Scritture induiste e vorrà pur dire qualcosa.
Potrei scrivere della giovane poetessa che fece presenza al Maurizio Costanzo Show.
Potrei scrivere della sua presenza nella Seattle degli anni Novanta.
Potrei scrivere di un percorso musicale iniziato già da una trentina d`anni, dapprima nei Nemesis e negli Stoika, e poi come front-woman di se stessa.
Mi voglio però limitare a scrivere di un disco dove, già nella decisione di lasciar sommergere le parole dai suoni, si cerca di evitare la comoda scelta cantautorale.
“Kali Yuga” è un disco rock. Di più, “Kali Yuga” è un disco punk. O meglio, è un disco che attraversa il punk: a partire da quello `pre` di Patti Smith per approdare a quello `post` dei Fugazi. Soprattutto, in “Kali Yuga”, sembra esserci tanto affetto per PJ Harvey (basta ascoltare l`attacco di Hell Care Trade per capirlo e farsene una ragione).
“Kali Yuga” è un disco nervoso. E` come una pianta soggetta a continue scrollate da parte degli elementi avversi che la circondano, una pianta che pensi prossima al cedimento o all`assuefazione, e che invece resiste nella sua superba struttura incontaminata.
Eva Milan fa tutto da se. One band woman. Gli ospiti, che pur ci sono, appaiono come elementi non indispensabili ma pure rilevanti. Come il tabasco nel succo di pomodoro. Senza di loro “Kali Yuga” sarebbe esistito lo stesso, senza perdere nulla di sostanziale, ma la loro presenza lo rende egualmente più gustoso.
Le voci di Francesco Petetta (Hyaena Reading) e Marco Rovelli, le chitarre di Marco Mattei, le chitarre basso di Alex Bolatti e Samuele Baglioni servono soprattutto a limitare un senso di isolamento e frustrazione che sembra far capolino un po` in tutto il disco. Servono a rendere meno isolato quello che può apparire come un solitario urlo di impotenza.
Significativa anche la voce di Vittorio Arrigoni in Oltre i confini, un brano a lui dedicato.
E` utile fermarsi, per non inquinare con troppe parole una voce che ha molto da comunicare, e riesce sempre a farlo.
Voglio solo aggiungere che per il sottoscritto l`ascolto di “Kali Yuga” è quasi un dovere, dire di più mi sembra inutile.

A proposito di Francesco Petetta, e degli Hyaena Reading, ci sono novità rispetto al loro inserimento all'interno di quella che appare come una piccola scena locale molto interessante e nel contesto del collettivo “le filtre à sons” di Nantes (« Le Filtre à Sons est un collectif nantais ayant pour objectif de diffuser et partager des créations singulières et non-conventionnelles dans un esprit d'initiatives comune»). Il brano inserito nella compilation prodotta dal collettivo - minimalismo a base di pattern rovesciati, chitarre psichedeliche e incisiva voce recitante - mostra un gruppo in costante evoluzione. Spero che possa esserci un seguito allo splendido “Europa”.
La raccolta è comunque più che interessante nel suo insieme.
Gli Eka Faune sono un collettivo aperto con elettroniche, violoncello, canto operistico e danza butoh, e si tratta indubbiamente del set più originale del lotto.
Alien Daï è un gruppo piuttosto consistente artefice di uno space rock alla Chrome.
Fra progressive e rock cosmico dalle tinte hendrixiane si sviluppa invece la musica del power trio A.L.T.
Ancora un trio, Les Modules Étranges, per una dark-wave con voce femminile.
Per finire con Auti Dari, Matthieu Diard più occasionali aiutanti, che elabora una musica ambient dai caratteri futuristi.
In conclusione quella di Nantes è una piccola scena estremamente attiva che i nostri lettori farebbero bene a seguire sia attraverso Le filtre à sons, sia attraverso i siti dei vari gruppi, i loro spazi Facebook e la piattaforma Bandcamp.


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Data Recensione: 3/3/2017
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