Da una parte gli strumenti a corda di Maurizio Abate (considero tale anche una ghironda) e dall`altra il computer, l`elettronica e gli oggetti (considero tale anche una tromba) di Matteo Uggeri, in una di quelle giustapposizioni completamente riuscite. Ai suoni arpeggiati o lunghi (quelli trattati con e-bow e quelli della ghironda) rispondono i patchwork di natura concreta. In pratica salt-n-pepa delle nuove musiche. A disturbare l`idillio solo qualche piacevole incursione (Serrapiglio al violoncello in V e VI, Krostopovic alla viola in VIII e De Ponti che aggiunge suoni registrati in II, III e IV). “Beyond Tine è un disco pastorale e autunnale, novembrino direi, quando il sognare giocoso della natura viene compromesso dalle prime brume e dalla tristezza dell`inverno imminente. La compenetrazione fra i brani, che scorrono senza soluzione di continuità , crea l`effetto coinvolgente dell'unica suite. Potrei azzardare il termine neo-classicismo, seppur rivisto in un`ottica, e con tecniche e suoni, che ci ancorano inequivocabilmente al XXI° secolo. Da citare Grandma, dove il racconto dell`anziana signora fa in qualche modo pensare a quel capolavoro da riscoprire che è “Dove dormono gli autobus” di Paolo Angeli.
Per Abate questa è semplicemente la nuova tappa di un percorso luminoso mentre per Uggeri è un ottima premessa/promessa per il dopo Sparkle In Grey.
Per noi è semplicemente una goduria.
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