Amersfoort e Montreal sono simili, città quasi d`acqua, eppure Jan Kees Helm e Stefan Christoff sembrano affrontare la vita in modo ben diverso. Questo, se risponde al vero l`idea che la musica riflette il carattere di chi la crea, è un bel contradditorio. Il canadese - avvalendosi di organo, pianoforte e chitarra - crea infatti tessiture chopiniane dal carattere meditativo e notturno, di una delicatezza quasi ambient, suddivise in sei quadri che appaiono come pannelli separati di un unico disegno.
E` invece un terremotoso monolito la Waasland di Jan Kees Helm (alias Post Mortem), con le massicce registrazioni d`ambiente appena rischiarate dai rarefatti tocchi sulla tastiera del pianoforte, tanto che viene da pensare ad “Happy Days” di Jim O`Rourke, laddove una chitarra arpeggiata lottava invano con una squadraccia di hurdy gurdy.
L'olandese sembra prendere di petto il caos della grande città laddove il canadese è proiettato alle ricerca di quegli spazi che, come isole boreali, riescono a sfuggire alle colate di cemento (e ci riesce). Deliziosa, come al solito, la confezione della Old Bicycle Records.
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