Tanto di cappello agli assemblatori di questa compilation sia per l`ottima scelta dei brani sia per il loro montaggio, entrambi effettuati in modo da dare al CD una propria omogeneità e una sequenzialità quasi logica, tanto da poter suddividere il tutto in tre parti ben distinte seppure congegnate come se fossero partorite da un`unica mente: una prima parte piuttosto evocativa, una seconda più tellurica ed una terza con strutture ritmiche più marcate. La scaletta è basata essenzialmente su nomi italiani, a conferma di un`indiscutibile crescita quantitativa e qualitativa, ma presenta pure qualche presenza internazionale, addirittura prestigiosa come nei casi di Anton Nikkilä e Justin Bennett.
Il CD si apre sui suoni oscuri di Anofele (aka Adriano Scerna), sospesi a mezz'aria come nebbia, appena rischiarati, qualche riga più avanti, nelle atmosfere temporalesche dei Kar, progetto che lo stesso Scerna condivide con Marco Carcasi. Fra queste due graffe c`è posto per quattro piccole gemme: la avvolgenti modulazioni di suono create da Nikkilä, i rarefatti richiami di Sciajno, il `pollaio` meccanico di Gionfrida e, davvero splendido, il brano di Karpenter che, salvo inganni, sembra avere come base il suono di uno strumento a corde, forse un contrabbasso. I botti di Bennett e Mas rappresentano la parte più congestionata del disco che, già ad iniziare dai pattern ritmici di Maurizio Martusciello, che si incrociano e si inseguono, vira però verso atmosfere più dilatate, toccando il `cool jazz` e l``high politics` destrutturati da Nihil e Noitz. Il finale è affidato ai Resina, magistrali e sornioni, e al più torrido incedere del siculo Tirriddiliu.
Non c`è altro da dire, se non che “idroscalo d`autore” è un disco davvero `compatto`.
Ps: Adriano Scerna (Anofele) mi comunica che non ho ben capito il funzionamento della compilation. In pratica ho equivocato la frase 'this is not the track list', riportata nel retrocopertina sotto all'elenco dei msuicisti partecipanti, intendendola come se stesse a significare che quella non era la lista dei brani bensì quella dei musicisti. In realtà la frase vuol dire tutt'altra cosa, e cioè che quello riportato non è l'ordine giusto di apparizione dei musicisti, cosa peraltro ben deducibile ad un esame più attento, cosa che in prima istanza non ho fatto, poichè tali musicisti sono lapallisianamente riportati in ordine alfabetico. Il mio fraintentendimento ha creato comunque alcune coincidenze curiose: il primo brano che attribuisco erroneamente a Scerna è quello che lui preferisce, mentre il mio preferito, che io attribuisco a David Karpenter, 'probabilmente' è opera di Domenico Sciajno. Scrivo probabilmente poiché, con tutto ciò, Scerna non mi ha rivelato l'esatta sequenza delle apparizioni. D'altra parte se questa non è stata inserita nelle note del CD è logico che nelle intenzioni dei compilatori doveva rimanere 'segreta'. A questo punto è comunque inutile correggere la recensione, dal momento che queste note postgiunte dovrebbero essere sufficienti a chiarire l'equivoco e dal momento che il giudizio sul disco rimane assolutamente invariato. Sappiate soltanto che quando cito il brano dei Kar in realtà mi sto riferendo al 6° brano, quando cito quello dei Resina mi sto riferendo al 12° brano, quando cito quello di Justin Bennett al 7°, e così via....
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