Autore disco: |
David Grubbs & Nikos Veliotis // Veliotis, Sugimoto, Kinoshita & Unami // Nikos Veliotis |
Etichetta: |
Headz (J) // Hibari Music (J) // Confront (GR) |
Link: |
www.faderbyheadz.com www.hibarimusic.com www.confront.info |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2005 // 2005 // 2003 |
Titoli: |
1) The Harmless Dust, Pt. One 2) 00:30 sec vuoti 3) The Harmless Dust, Pt. Two // 1) Music For 4 Stringed Instruments 2) Aceghd 3) Improvisation // 1) Music For 4 Stringed Instruments 2) Aceghd 3) Improvisation 1-3) Radial |
Durata: |
41:40 // 74:00 // 47:32 |
Con: |
David Grubbs, Nikos Veliotis // Nikos Veliotis, Taku Sugimoto, Kazushige Kinoshita, Taku Unami // Nikos Veliotis |
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arti e rumori |
x e. g. (no ©) |
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Ecco a voi tre ottimi dischi con il fantastico violoncellista greco Nikos Veliotis, due sono freschi di stampa e uno risale a due anni fa, però, visto che all`epoca non ne parlammo, cogliamo la palla al balzo per recensirlo come se fosse stato pubblicato ieri (anche perchè le date di registrazione dei tre dischi non sono poi così distanti come quelle d`uscita).
Il duo con David Grubbs, registrato in studio a Chicago nel Luglio 2004, è un lavoro old-fashioned e nostalgico come le immagini della copertina che lo racchiude. Si tratta di una composizione divisa in due parti distinte e, com`è costumanza negli ultimi tempi, separate da una breve pista vuota. L`impostazione è di tipo minimale e la maggior variazione fra le due sezioni consiste nella strumentazione utilizzata. Nella prima parte Veliotis suona il violoncello con l`archetto, probabilmente si tratta di un archetto curvo, e crea un continuum a cui le scarne note del pianoforte di Grubbs danno aria, in un contrasto di bellezza abbagliante. Personalmente preferisco questa tranche alla seconda, pur sempre di ottimo livello, nella quale il greco sposta l`azione dell`archetto dalle corde del violoncello a quelle del pianoforte, mentre Grubbs si sposta alla tastiera di un organo Hammond. Ne esce fuori una struttura più piena, dove l`antinomia è determinata dalle sonorità solenni dell`organo contrapposte a quelle stridule del pianoforte.
Il CD della Hibari è stato registrato a breve distanza di tempo, nell`Agosto del 2004, però dal vivo in un locale di Tokyo. Ad interagire, nell`occasione, è un ensemble di strumenti a corda, un quartetto per la precisione, e quindi si tratta di una formula non molto utilizzata nella musica sperimentale contemporanea. Il primo dei tre brani è una composizione di Taku Sugimoto (in realtà credo che si tratti non proprio di una composizione ma di un`improvvisazione strutturata). Ho sentito esprimere più di un dubbio sulla strada intrapresa dal chitarrista giapponese, ma personalmente penso che la sua poetica, sicuramente frutto di un tormentato percorso interiore, continui ad essere molto affascinante. Certamente l`ascolto di Music For 4 Stringed Instruments non è adatto a chi cerca sicurezze, perchè questi rumori, questi suoni secchi di corde quasi strappate e questi impercettibili glissando, intercalati da lunghi silenzi, instillano molti più dubbi che certezze. Il brano mi ha ricordato Silence, vecchia scrittura di un altro introverso qual è Leo Smith. Splendida, senza se o ma, è invece la seconda pista del disco, la cui stesura è accreditata a Veliotis. Aceghd si compone di due lunghi continuum, ricchi di armonici, che idealmente rimandano alle due piste del disco con Grubbs, pur superandole in bellezza. Improvisation, in chiusura, riprende i temi delle due piste precedenti e li miscela con elegante sapienza. Peccato che il formato audio tagli fuori la parte visiva del concerto che, stando ai rumori intrinseci a tutti e tre i brani, deve essere stata molto significativa.
“Radial”, invece, è stato registrato al Lego Studio di Atene nel Giugno del 2003, e vede in azione il solo violoncellista. Tre brani di splendide tessiture, scandite dallo scorrere dell`arco nelle corde, riportate nella loro cruda essenza, senza sovraincisioni nè post-produzioni. Ed è proprio in questo solitario approccio che trovano sfogo tutta l`intensità , la drammaticità e l`originalità del Veliotis strumentista e musicista. “Radial” è un punto fermo, un abc, da affiancare alle realizzazioni in solo di grandi violoncellisti contemporanei come France-Marie Uitti, Tom Cora, Erik Friedlander, Ernst Reijseger e Abdul Wadud. Assolutamente da avere.
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