Sta` a vedere che è stato scoperchiato un pozzo senza fondo. Dopo l`electrobilly dei Pan Sonic e l`avent folk di Islaja, incensato su queste colonne da Salvatore Borrelli, ecco la nu thing della Rauhan Orkesteri. Ad un certo punto la Finlandia ha iniziato a riempire le nostre cronache per motivi che esulano da quelle foreste e da qui laghi che ne fanno un vero paradiso per il dio Pan, e le cose sembra che buttino davvero bene.
La Rauhan Orkesteri, un quartetto, fin dalle prime note fa pensare a certi afroamericanismi degli anni Sessanta - metti Albert Ayler... Giuseppi Logan... Sun Ra... New York Art Quartet... - ma ancor più fa pensare ad un Art Ensemble Of Chicago privata del trombettista Lester Bowie. Un quartetto con due ance, basso e batteria, ma con i musicisti che smanettano anche intorno a una buona dose di piccoli strumenti e oggetti. Anche la musica, dove elementi di varia provenienza vengono miscelati alle strutture `free` di base, ci porta ad effettuare un parallelo con l`ensemble guidato da Roscoe Mitchell. Un ulteriore punto di contatto è rappresentato dai Lauhkeat Lampaat - tandem composto dai fratelli Tolvi, presente in “Sylissain Oot” con tre piste orientate verso moduli definibili come `folk-etnico-tribali` - che richiamano alla mente, senza ombra di dubbio, la costola artensembliana di “Egwu-Anwu” (Joseph Jarman e Don Moye). Armolodie che s`intrecciano, ance che schioccano, flauti che suonano come richiami, percussioni dal suono ligneo e tappeti di campanellini, tale è il piccolo universo sonoro rappresentato in questi due eccellenti vinili. Il tutto impercettibilmente sospeso fra richiami silvestri e schizofrenia urbana. Così vi basterà poco per trovare fra questi solchi le vostre Ghosts, Lebert Aaly, Egwu Ping e Ohnedaruth di questi anni. E vi basterà ancor meno per amarle come i vostri zii hanno amato le loro. Fra le blatte del disco emerge anche una certa ironia, giocoforza più fredda rispetto a quella del quintetto chicagoano seppure, ascoltando questi 13 titoli, non sembra affatto che i quattro Orkesteri abbiano il cuore così vicino al polo nord... o magari c`entra il fatto che il clima del pianeta sta cambiando?
Ma, alla fin fine, siamo sicuri che questo fermento musicale esula dalla presenza in quelle zone di un dio Pan così ben panciuto?
Questo LP fa parte di una quadruplice pubblicazione, dedicata alla nuova musica scandinava, che comprende anche i dischi dei danesi Family Underground, degli svedesi Gush e del norvegese Ingar Zach (in duo con Rhodri Davies). I quattro dischi sono stati pubblicati anche come unico cofanetto ad edizione limitata.
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