Pola è un giovane `sound artist` di Tokyo, Giappone. “Mªme” è il suo primo album di lunga durata ed ha richiesto 2 anni interi per essere completato...
Così iniziano le note dell`etichetta e l`ascolto del CD conferma questo lungo periodo di lavorazione, sia nell`accuratezza della produzione sia nella purezza cristallina dei suoni. Il musicista si situa in una magione definibile come post-ovaliana, con le tessiture digitali ripetitive inguaribilmente malate di glitcherite, e con le flebili linee di suono che vanno a frangersi come onde sulla risacca. Poi l`inserimento di pulsanti ritmi techno spostano in avanti le opzioni, ma non troppo e il tutto finisce per ristagnare nel calderone del già ripetutamente sentito.
Cos`altro dire di un disco indubbiamente ben fatto, finanche maniacale nella sua accuratezza, ma che si perde fra le numerose realizzazioni similfatte, se non che può essere apprezzato soltanto dagli ultramaniaci del genere. Personalmente non me la sento proprio di consigliarlo a cuor leggero. Per quanto riguarda l`autore, artista di indubbie capacità , attenderei le prossime uscite prima di dare un giudizio definitivo, nella speranza che non lo attenda una fine ingloriosa com`è successo al suo quasi omonimo Stefan Betke.
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