Attenzione: per chi ha ancora il vecchio giradischi è il momento di goderselo, per chi l`ha venduto la giusta punizione sta nel non poter ascoltare questo disco e gli altri, quelli che non l`hanno mai avuto, corrano subito a comprarselo.
E` davvero incredibile la capacità dimostrata dalla Textile nell`estrarre dal suo cappello magico perle su perle pescate nelle profondità dell`underground. L`etichetta francese, dopo un periodo di silenzio piuttosto lungo, ritorna con un nuovo look ma un`attitudine immutata. Bobby Moo è una specie di contemporaneo `power trio` della manipolazione, nel senso che i tre musicisti utilizzano quelli che sono i principali elementi adottati oggi dai manipolatori di suoni: giradischi, mini-cellulare, mixing board e una vasta gamma di registratori. Il disco, vinile bianco latte, scorre a 45 giri e contiene un brano per lato: registrato in concerto quello sul lato A e in studio quello sul lato B. Il secondo è un brano molto bello e ricco d`inventiva, con i tre musicisti che danno vita ad uno scambio serrato di fantasie sonore, in un gioco talmente avvincente che neppure i fuoriclasse più blasonati riescono spesso a produrne di simile. Il lato registrato in concerto, sempre di buon livello, suona leggermente più grossolano e scomposto, ma comunque mostra l`ottima perizia dei tre anche in questo terreno così insidioso per chiunque si cimenti con l`improvvisazione di marca elettroacustica.
E` questa la musica garage del terzo millennio e la Textile è veramente la ESP di questi giorni tanto strani.
Restate sintonizzati.
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