“Gesine” è un album spolpato da tutti i sedimenti che si accumulano nelle collaborazioni con altri musicisti. E` un`impressione che ho avuto all`ascolto, senza nulla togliere al percorso musicale di Giuseppe Ielasi. Ma quest`album mi sembra tutt`altro, qualcosa che vuole essere più penetrante e intimo. Nei sei pezzi pare riaffiorino le riflessioni in solitaria, i pensieri espressi a voce bassa, quasi bisbigliando, gli ascolti, i viaggi, le immagini di una quotidianità che corre veloce, ma mai troppo per non depositare nelle notti, in ogni notte, un sogno nuovo. E` un`impressione, del tutto personale, ma mi pare che in questa musica si presentino altre urgenze - come quella di un cibo che va cotto e mangiato, ma che in ogni caso deve essere lasciato decongelare - che ritornino le lunghe pause, momenti tersi e nitidi che vanno raccontati con la giusta poesia e con i giusti toni. Mezz`ora di musica con chitarra acustica e percussioni, `elettronicamente trattata, ma in modo organico`, `percussive shadings`, una tecnica volutamente vicina al folk, più che alla musica sperimentale. Un`atmosfera quieta - non credo pacificata - creata con strumentazione minimale. Ad un primo ascolto, la brevità del disco mi è sembrata un limite. Ma pensandoci bene perchè dover parlare di sè stessi in un tempo `standard` e non farlo invece in quello che si ritiene più opportuno e consono a quanto e cosa si ha da dire. “Gesine” non vuole accontentare l`ascoltatore. E` qualcosa di totalmente intimo e personale, fragile e solitario. Ed in questo è ferocemente incantevole...
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