Interamente registrato dentro un vecchio casolare rurale del Maryland, nel bel mezzo di un`accattivante
Temporale, “Campfire Songs” mostra un cambio di registro nel suono degli Animal Collettive.
Impressione sorta nell`osservare la separazione della band da processi digitali e manipolazioni elettroniche, e il suo avvicinamento a suggestive e calorose intarsiature folk.
Altrettanto scarna la strumentazione impiegata: chitarra acustica, voce, tre mini-disc e tre microfoni posti strategicamente nel luogo del `misfatto`, ritraggono il carattere più melodico, sognante e leggiadro del collettivo; presente nel disco con ¾ dei componenti.
Forse non è la stagione ideale per parlare di “Campfire Songs”, un ascolto che combina perfettamente le sue suggestioni con i freddi climi autunnali, nel suo lento svolgimento, introspettivo quanto malinconico.
Il punto di forza degli Animal Collettive rimane la sperimentazione ed è proprio l'accostamento di field recordings a rappresentare anche in questo caso un tocco di pura genialità .
I microfoni vengono posti in modo da registrare tutto ciò che sta avvenendo, vivendo e respirando intorno.
I suoni naturali non appaiono come semplici abbellimenti, fusi ai sospiri low-fi dell`acustica, diventano parte integrante del cd. La pioggia, come avrete intuito, veste il ruolo di prima donna, poggiando il suo manto sonoro, carico di serenità : dalla soave leggerezza di Queen In My Pitcures, ballad che sfreccia alla velocità di una piuma, a De Soto de Son, sonnolenta e pigra aria finale.
Canzoni unite dall`inizio alla fine da una sola `storia`, dove il calore delle corde è attraversato dai rumori della campagna; un involucro di suoni in cui l`acqua che scende a diverse intensità si annebbia al canto dei grilli e via dicendo.
Un disco che ricorda con fare velato le prime esperienza magiche e casalinghe del primo Six Organs Of Admittance.
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