Spesse volte mi è capitato di chiedermi, e cercare (senza esservi mai riuscito...) di comprendere razionalmente quali sono i sottili e indecifrabili meccanismi, di natura evidentemente inconscia, in grado di mettere in vibrazione le nostre corde emozionali attraverso l'ascolto di una musica, di una breve sequenza sonora, se non addirittura di un semplice suono, talvolta così minimo nella sua essenza da poter apparire, se considerato con superficialità , quasi insignificante o addirittura nullo...
Spesse volte mi sono trovato a cercare la spiegazione per cui ascoltando, ad esempio, due CD di genere musicale analogo, in qualche modo assimilabili per quanto riguarda l'approccio musicale e compositivo, le sonorità , l'idea di fondo, le intenzioni, le radici della stessa musica, magari abbastanza simili anche per quanto riguarda aspetti tecnici come la qualità del suono e la cura in senso generale nella realizzazione, l'impatto emotivo che tali CD sono in grado di trasmettere, il senso di `appagamento`, l'attenzione in grado di catalizzare durante l'ascolto, possano essere invece così enormemente differenti, talvolta diametralmente opposti...
E` un mistero sul quale rifletto spesso, anche per ragioni strettamente legate alla mia ordinaria attività di informatore e recensore in un certo ambito musicale, giacchè è molto difficile, talvolta, riuscire a spiegare e motivare con argomenti sufficientemente chiari e concreti ad altre persone, le ragioni (che molte volte fatico io stesso a focalizzare razionalmente...) per cui considero un CD migliore di un altro, o un brano più riuscito rispetto ad un altro, o un singolo suono particolarmente efficace ed emozionante...
Questa lunga premessa mi sembra in qualche modo necessaria per parlare di questo CD, giacchè "Dawn of the Magicians" rappresenta secondo me il tipico esempio di una musica in grado di colpire, emozionare, `catturare` immediatamente, quasi `ipnotizzare`, senza che, ad una analisi assolutamente razionale, si riesca a scorgerne le ragioni precise, gli elementi esatti che in qualche modo concorrono a fare, di questa musica apparentemente molto minimale e discreta, a tratti quasi fragile e scarna, un'opera di estrema bellezza, di grande coerenza ed omogeneità , di impareggiabile fascino, di grande valore artistico...
Mi riesce difficile anche farne una descrizione... Potrei darvi qualche vaga indicazione dicendo che sicuramente è nel contesto del genere ambient che potremmo trovare il riferimento più prossimo, potrei parlare dell'uso di drones, di suoni lontani e crepuscolari di pianoforte riverberato, di onde e pads, di struttura musicale d'impronta tendenzialmente statica e assolutamente priva di elementi `ad effetto`, ma tutto questo probabilmente non servirebbe a far comprendere in modo abbastanza chiaro l'`anima` della musica contenuta in questo CD; una descrizione tutto sommato così approssimativa non renderebbe assolutamente giustizia al valore di "Dawn of the Magicians", ed espone piuttosto al rischio che tali sommari elementi descrittivi possano fornire l'immagine, assolutamente inesatta e non corrispondente alla realtà , di una musica in qualche modo piuttosto scontata e forse anche un po' banale...
Ebbene, NON è assolutamente così... Procuratevi "Dawn of the Magicians" e, senza aspettarvi esibizioni di `spettacolare` e maestosa musicalità , liberate la mente, dimenticate tutto il resto, e lasciatevi trascinare e coinvolgere dalle sottili e discrete trame sonore tessute da Carlos Boll attraverso i quattro brani di questo CD... Sono certo che ne rimarrete catturati...
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