«A breve vedrà la luce anche un disco registrato da Bertacchini, me e Stefano Pilia, un nuovo progetto che si chiama Cagna Schiumante». Queste parole, dette da Xabier Iriondo in un`intervista rilasciata a sands-zine, avevano messo in subbuglio la mia fantasia.
Finalmente ecco che il disco (rigidamente in vinile) plana sul mio piatto e il risultato dell`ascolto, in barba allo sperato relax, sta in un`ulteriore lievitazione del mio turbamento. “Cagna schiumante” è infatti una raccolta di canzoni molto inquietanti, a partire dal nome che i tre protagonisti hanno inteso dare a questo loro progetto e al disco stesso.
«Ostrega!», direte voi, «conoscendo il nome dei tre ceffi coinvolti nella faccenda cosa t`aspettavi».
Innanzi tutto, rispondo, non sempre i tre ceffi sanno esprimere al massimo grado, come fanno in questa occasione, il loro lato più maligno.
In secondo luogo i tre sono in realtà quattro - seppure il quarto proprio ceffo non sia dacchè gli manca la barba - dal momento che la paroliera Valentina Chiappini andrebbe intesa come parte integrante del gruppo (alla maniera di Peter Sinfield nei primi King Crimson), e i testi (tutti suoi, ad esclusione di tre che escono dalla penna di Roberto Bertacchini e di una citazione da Allen Ginsberg) contribuiscono non poco a tenere elevato il livello di tormento emanato dai solchi di questo LP.
Gli stessi titoli dei brani, se letti consecutivamente, hanno l`aspetto non so quanto voluto di ermetica poesia:
«Un uomo senza braccia»
«Ciò che è importante
«è respirare
«come un cane che annusa il vento
«dopo la tempesta
«per raggiungere correndo e ansimando
«la breve estate dell`anarchia
«e non smettere di pensare
«A Edoardo il Monco
«la mente opaca confusa si accende
«camminando in un deserto post-punk
«da urlo
«credi davvero
«che la civiltà
«ti sembrerà normale
«cagna schiumante».
La voce salmodiante da muezzin di Bertacchini contribuisce poi non poco ad aumentare la tensione emotiva e il senso di straniamento.
D`altra parte la particolare tecnica elaborata alla batteria dallo stesso Bertacchini, con ovvi richiami a quello che è stato il microcosmo starfuckersiano, crea frantumazione e insicurezza rispetto alla direzione che verrà intrapresa ad ogni successivo frangente.
A (s)bilanciare ogni rimanenza d`equilibrismo ci pensa poi, con metodico sadismo, l`asse chitarristico Iriondo - Pilia, da una parte il primo con il suo suono più frammentato, grumoso e noise e dall`altra Stefano `Superstar` con la sua attitudine più classicamente blues e con le sue sonorità più lisce che tendono a decomprimersi (ma sull`attribuzione delle varie parti ai due chitarristi non vorrei però aver preso una cantonata).
“Cagna schiumante” è un disco che potrà anche non piacervi, se siete fan dei Dire Straits è certo che no, ma una cosa è sicura: non vi lascerà indifferenti.
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