La busta che racchiude questo vinile fa pensare a Keiji Haino, seppure il bianco latte dello sfondo non sia proprio usuale nella sua produzione, ma le note che accompagnano il disco mettono presto le cose nella giusta luce: il bel geroglifico che si lascia ammirare non è affatto in caratteri giapponesi bensì si tratta di scrittura sanscrita, seppure si tratti di un assemblaggio di termini volutamente privi di significato.
Il bel cartoncino che si trova all’interno della busta rimette le cose in ordine, almeno in senso keijiano, con i bei graffiti rossi, stilizzazione dello strumento utilizzato, su sfondo totalmente nero. E il nero, ad esclusione della busta esterna, è comunque il colore che domina tutto il disco.
Fonte dei suoni è uno shruti box - nella presskit ci informano che ha un’intonazione più bassa rispetto alle tradizionali versioni indiane dello strumento - ma le registrazioni grezze sono poi state sottoposte a un’elaborazione digitale. I due titoli del lato A (da ascoltare a 33 giri) sono più rumorosi, composti essenzialmente da suoni che confondono le idee creando un senso di frantumazione, laddove si tratta invece di ricomposizione. Il primo dei due tende più a sonorità grumose e/o dark-ambient mentre il secondo si distende a ricordare le più classiche tempeste elettro-acustiche. Giovanni Lami non è però uno spaccamattoni, tipo F.M. Einheit, ma è un costruttore che, pietra dopo pietra, finisce per dare spago allo splendido bordone del secondo lato (da ascoltare a 46 giri), un continuum simil-organo o aimil-harmonium.
Si tratta di una musica essenzialmente minimale e minimalmente essenziale, a partire dalla strumentazione utilizzata per finire con l’organizzazione ultima dei suoni.
“मेम वेर्म [mema verma]” è parzialmente in linea con le produzioni discografiche di questa fase storica, dove la particolarità della confezione e dell’oggetto sembra più importante dei contenuti musicali, ma nel suo caso la qualità della musica proposta rispetta la bellezza dell'aspetto esteriore.
Il risultato è un LP diretto sia ai collezionisti di vinile sia agli ascoltatori particolarmente avventurosi e raffinati.
Chi ha buon orecchie ne tragga le conseguenze.
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