Autore disco: |
Roby Glod, Roberta Piket, Mark Tokar & Klaus Kugel // Cactus Truck |
Etichetta: |
NEMU Records (D) // Eh? / Tractata Records (USA) |
Link: |
www.nemu-records.com www.opderschmelz.lu www.cactustruck.com www.publiceyesore.com www.toondist.nl |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2013 |
Titoli: |
1) Dredger Of Pig Rolls 2) Lviv 3) Budmo, Hay! 4) Nazar 5) Op Der Schmelz 6) Still Alive // 1) Prairie Oyster 2) Seans Gone 3) Hot Brown 4) The Twerk 5) Magnum Eyebrow 6) Wedding Present (sorry Erin) 7) Ninja |
Durata: |
65:19 // 71:44 |
Con: |
Roby Glod, Roberta Piket, Mark Tokar, Klaus Kugel // Jasper Stadhouders, Onno Govaert, John Dikeman, Jeb Bishop, Roy Campbell |
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del buon jazz |
x e. g. (no ©) |
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Alcuni punti in comune, due dischi registrati in concerto da ensemble a larga maggioranza europea e di estrazione jazz, hanno stimolato l`idea di questa recensione cumulativa.
Ciononostante, stanno nelle differenze gli elementi di maggiore interesse.
“Op Der Schmelz Live” è stato registrato in un Centro Culturale di quello che, per posizione e forma geografica, può essere considerato il cuore dell`Europa, cioè il Lussemburgo (esattamente a Dudelange nel sud del paese).
“Cactus Truck Live In USA” è stato registrato in un triangolo situato nell`ovest degli Stati Uniti (Wilmington, Louisville e New York City).
Il quartetto guidato dal batterista tedesco Klaus Kugel ha un carattere multinazionale, essendo completato dal sassofonista lussemburghese Roby Glod, dal contrabbassista ucraino Mark Tokar e dalla pianista newyorkese Roberta Piket.
I Cactus Truck sono invece un trio olandese (Jasper Stadhouders a chitarra e basso elettrici, Onno Govaert alla batteria e John Dikeman ai sassofoni, quest`ultimo vive ad Amsterdam ma è d`origine statunitense) che in occasione del tour americano ha avuto come ospiti, in alcune situazioni separate, il trombonista Jeb Bishop e il trombettista Roy Campbell.
Le radici di entrambe le formazioni stanno nella New Thing e nei movimenti che ne sono derivati.
Il quartetto Glod / Piket / Tokar / Kugel, però, presenta una struttura più tradizionalmente hard bop, tanto che un innovatore come Anthony Braxton utilizzò la stessa formula a quattro per i suoi dischi “In The Tradition” pubblicati a metà degli anni `70. Le singole posizioni sono però più avanzate, tanto che la pianista fa pensare in varie occasioni a Cecil Taylor e il sassofonista a Steve Lacy, e ne esce una musica in bilico fra ricerca e rispetto delle radici per un disco che potrebbe essere stato benissimo registrato al Five Spot Cafe qualche lustro dopo che Monk e Dolphy vi avevano fatto base. Quello del quartetto è un jazz sobrio ed elegante, e privo di eccessi, decisamente ben suonato sia negli incastri sia quando gli strumentisti si spingono negli a solo.
Il trio olandese ha basi, più che nel jazz, nel punk e nel rock in generale. Ne è prova una musica verbalmente aggressiva, brötzmaniana, che fa del muro corale il suo punto di forza. La stessa formazione sembra negare legami troppo stretti con la tradizione afro-americana. Va comunque detto della buona predisposizione dei musicisti e di una qualità che si livella al di sopra della media.
Ma c`è anche da osservare che oggi simili dischi non possiedono certo nè la forza dirompente degli Ayler e dei Coltrane, nè lo spirito avveniristico dei Braxton e dei Mitchell, e neppure la follia dissacratoria dei Brötzmann e dei Bennink.
Se ho ben capito la predisposizione di coloro che ci leggono, m`è difficile consigliare l`acquisto dell`uno o dell`altro CD. Ma se uno dei due gruppi vi capita a tiro andate a vederlo, questo sì, che il divertimento dovrebbe essere assicurato.
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