Dietro il gusto vintage, o meglio dietro al ritorno all`arcaico, si leggono numerose spinte, non ultima quella modaiola. Ma sicuramente, almeno per ciò che riguarda i supporti musicali, c`è anche dell`altro. Fintanto che quel ritorno riguardava il vinile era pensabile che alla base ci fosse una maggiore consistenza dell`oggetto rispetto al compact. Di fronte al ritorno in larga scala della produzione in audiocassetta, però, sembra chiaro che chi non cerca l`oggetto da consumare 'usa e getta' bensì vuole acquistare un documento da conservare e riascoltare a distanza... ok, sembra che quel tipo di appassionato abbia subito più d`una fregatura dai supporti digitali. E` così che oggi, come ai suoi tempi d'oro, il nastrino non è destinato soltanto ai materiali di scarto e/o agli autori minori, ma finisce con l'ospitare delle signore registrazioni e dei signori musicisti, com'era già stato il caso di Polvere e com'è quello di Soft Black Star e Mike Cooper.
Sciamanico e rituale, così si dispensa il lungo brano che occupa la prima metà di questa ottima cassetta. Soft Black Star sembra allontanarsi dal folk apocalittico che lo aveva contraddistinto nei precedenti lavori per abbracciare un`idea minimal-cancretista. Bellissimo l`armonioso intervento di Zeno Gabaglio a creare disarmonia con il coagulo di rumori che lo circondano.
Un Mike Cooper in gran forma risponde sul secondo lato della cassetta con il suo blues 'malfatto' e 'stralunato'. Esaltante soprattutto nella prima tranche che parrebbe una miscela fra Ry Cooder, o fra il Neil Young di “Dead Man”, e i suoni psycho di un thriller paludoso.
Credo proprio che, se non ce l'avete, dovrete provvedere a mettere le mani su una piastra per audiocassette, pena la perdita di simili delizie.
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