La Solar Ipse si ripresenta con due uscite piuttosto significative: “Hornbread” di Werner Durand e Victor Meertens e “Ujamt / Harmony Hammond” di Nils Rostad. Il secondo (del primo ci occuperemo in seguito) è una raccolta piuttosto interessante che ripropone, quasi per intero, due vinili usciti rispettivamente nel 2011 (piste 1-13) e 2012 (piste 14-18), in edizione molto limitata, su marchio Tallerk Plater (sicuramente proprietà dello stesso musicista). Il norvegese Nils Rostad, conosciuto soprattutto per le collaborazioni con il più noto Sindre Bjerga, suona un po' di tutto in queste registrazioni di tipo artigianale, bozzetti o, meglio, studi che possono far pensare ai “Faust Tapes”, a “End Of An Ear” di Robert Wyatt o a “Plux Quba" di Nuno Canavarro. Brevi scampoli di melodia, quasi estatici, disturbati da equivalenti dosi di rumore che offrono numerose idee da consumare, assorbire, rielaborare.... Sembra essere tutto all`insegna dell`abbozzato, e piace proprio per questo, soprattutto nel primo disco, fatto di 13 brevi frammenti. “Harmony Hammond” sembrerebbe un tantino più elaborato, e questa piccola flessione in spontaneità lo colloca un pelino sotto la stupefacente informalità di “Ujamt”.
Un autore da conoscere e, data l`introvabilità o l`alto prezzo a cui sono quotati i vinili originali, un grazie di cuore alla Solar Ipse per aver reso accessibili questi materiali anche a chi non può, o non vuole, impazzire o dissanguarsi per recuperare le prime stampe. Peccato che motivi di spazio abbiano portato alla soppressione di quattro brani (3 da “Ujamt” e 1 da “Harmony Hammond”).
Ma voglio aggiungere due parole a riguardo delle note diramate dall`etichetta: «... non esiste webzine o rivista in Italia che abbia mai parlato di Rostad e del suo lavoro», così termina il breve flyer che la Solar Ipse ha allegato alla copia promozionale del disco. Purtroppo sono molti i materiali interessanti dei quali nell`ex bel paese non s`ha notizia. Il fatto è che, da una parte, c`è poca voglia di scoprire e la maggioranza si adegua a trattare ciò che ha una regolare distribuzione (con relativa circolazione di copie promozionali). Dall`altro lato nell`underground esce oggi tanta di quella roba, e nelle tasche mancano tanti di quei soldi, che è economicamente impossibile riuscire a captare tutto. Riviste, cartacee o web, nascono poi come i funghi nella stagione buona, e i musicisti che stampano privatamente in un numero limitato di copie non possono certo mettersi ad inviare materiali promozionali a destra e a manca. I distributori, da parte loro, non possono certo farsi carico di materiali che magari finiscono col vendere due o tre copie. Aggiungete che l`Italia, musicalmente parlando, è oggi non terzo ma 17° mondo. Non so proprio cosa dire, ma mi sembra di essere davanti al classico cane che si morde la coda....
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