La commistione fra musica e poesia viene da lontano, basti pensare a opere celebri quali i “Winterreise” di Schubert, su testi di Wilhelm Müller, il “Pierrot Lunaire” di Schönberg, su testi di Albert Giraud, o ai poeti della Beat Generation, che erano soliti recitare le loro liriche con accompagnamento musicale, se non, per essere più prossimi a noi e al nostro mondo, al Dalla che collaborò con Roberto Roversi.
Nonostante ciò, nonostante la tradizione dei cantastorie, e nonostante la forma canzone sia di fatto una mescolanza di poesia e musica, il pubblico dell`una e il pubblico dell`altra non si sono mai amalgamati.
Siano sempre i benvenuti, quindi, lavori come questo che, pur rivolti ad un`area di appassionati molto limitata, ripropongono l`incontro fra i due modelli espressivi. Siano i benvenuti, soprattutto, in un momento in cui non solo il connubio fra le due arti, ma le stesse basi della poesia e della musica, per natura forme espressive `lente` e `meditative`, rischiano di essere risucchiate da un mondo e da un sistema di vita ormai supervelocizzati.
“Fuochi di stelle dure”, libro + CD, è un lavoro a otto mani e raccoglie alcuni flash dell`arte poetica di Maria Grazia Cabras (Libera) e Loretto Mattonai (Lettera dallo Spielberg, Uno di quelli, Il ragazzo senza età e Ballata per Emilio), musicati e interpretati da Michele Fiumalbi e Giacomo Guerrieri.
Il libro è sottotitolato “cinque ballate e un attittu” dato che, oltre al testo delle cinque poesie / ballate e ad altre brevi informazioni, contiene appunto un attittu (lamento funebre in lingua nuorese) con tanto di coro finale in greco (a memoria della tragedia greca). Entrambi questi bonus, presenti solo nel libro, provengono dalla penna della Cabras, che ne cura pure la traduzione in italiano.
Non sono certo un esperto di metrica e poesia, e tantomeno di attittu, ma è impossibile non lasciarsi coinvolgere dalla forza evocativa di queste parole, anche quando si calano nel passato per narrare del presente, e dalla loro sete di libertà . E poi è veramente impossibile non riconoscersi in frasi dense come «... e tu sei uno di quelli / che dai libri hanno imparato / guarda oltre lo sguardo / oltre i tuoi libri vai...».
Il disco, nei suoi momenti più confidenziali, fa pensare a un De Andrè purificato da ogni eccesso orchestrale, mentre quando la voce sale di tono viene in mente il combat-folk della triade Della Mea / Pietrangeli / Amodei. Ma l`impressione è che Fiumalbi e Guerrieri, più che rifarsi direttamente ai quattro nomi citati, condividano con loro gli stessi riferimenti e gli stessi modelli.
“Fuochi di stelle dure” è un operazione non usuale che, nonostante il mondo corra in altre direzioni (i-vari), dovrebbe avere ancora una buona nicchia di pubblico interessato sia alla lettura sia all'ascolto.
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