Gioacchino Turú è matto?
Vero, basta assistere a uno dei suoi concerti o intendere il testo di una sua canzone per rendersene conto.
Il suo disco è scarrupato come i concerti?
Falso, perchè in fase di registrazione s`è fatto molto ordine ripulendo il tutto da molte scorie e, credetemi, questo è uno di quei casi nei quali un po` di lustro non guasta davvero. Quel caos che, accompagnato dall`azione, da succo alle esibizioni sul palco avrebbe reso il CD scarsamente commerciabile.
Giacchino Turú ricorda il cabaret dei Gufi e di Enzo Jannacci?
Vero, per sua stessa ammissione. Da Jannacci sembra ereditare anche il canto sgraziato e il surrealismo di certe situazioni.
Gioacchino Turú non c`entra una minchia con Rino Gaetano?
Falso, basta ascoltare canzoni come Marco Prandi e Manovale; il ritornello della seconda («cinesi, kebab, ecc») è gaetanismo puro.
Gioacchino Turú è ammalato di beckismo?
Vero, anche se rispetto a Beck manca una certa stonatura (di tipo narcolettico) a favore di situazioni goliardiche, facete e, comunque, molto più giocattolose.
I testi delle canzoni fanno schifo?
Falso, nonostante in qualche circostanza si pisci un po` fuori dal vaso. Ma rime come «sognano le Hawaii / non ci andranno mai / giocano a shangai / non mi chiama mai / giocano a muaitai» sono assolutamente spassosi, geniali e travolgenti.
Gioacchino Turú è contagioso come la peste?
Vero, canzoni come Lego lager, Manovale, Galline e Venditori una volta ascoltate non riesci a scollartele di dosso.
Giacchino Turú non sa cantare?
Falso, chè in Tagliati i seni, Libreria e Taxi nero sfodera una voce profonda da crooner navigato.
Vanessa Vermouth non conta un cazzo e se non ci fosse sarebbe lo stesso?
Falso, e se la strafottente personalità di Gioacchino sembra fare la parte del Leone nondimeno la presenza di Vanessa è indispensabile all`economia dell`insieme; serve proprio a bilanciare ed a riportare nel concreto una personalità fin troppo esuberante oltrechè a dare grazia e leggerezza a situazioni che finirebbero altrimenti con l`essere tanto inacidite da puzzare.
“Il crollo della stufa centrale” è un disco perfetto?
Falso, perchè possiede tutti i difetti tipici delle opere prime ma nondimeno possiede molti pregi che buona parte delle opere prime (ma anche seconde, terze, quarte...) non hanno. Certamente alcune cosette andrebbero ancora limate, ma potete ben capire che in un`epoca come la nostra, dove non c`è più la censura operata (nel bene e nel male) da etichette discografiche e produttori, serve un livello di autoregolamentazione da parte del musicista che può venire solo dagli anni, dall`esperienza e dalla valutazione degli errori passati. Nell`attesa è bene godersi quanto di buono c`è in questo esordio che va oltre ogni più rosea previsione.
Gioacchino Turú e Vanessa V., I Camillas, Iosonouncane, Piet Mondrian.... una marea montante difficile da arrestare.
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