Autore disco: |
Domenico Sciajno & AAVV // Domenico Sciajno & Gene Coleman // Domenico Sciajno & Kim Cascone |
Etichetta: |
Bowindo Recordings (I) |
Link: |
www.bowindorecordings.com |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2009 |
Titoli: |
1) Gloria 2) Particle 3) Colloidal 4) Composite 5) Palk 6) Eucariote 7) Particulate Matter // 1) Melanida 2) Gloria 3) Granadilla 4) Chloroxylon // 1) Satyrium 2) Cleistogamia 3) Selfing 4) Eulophia 5) Glove Box |
Durata: |
68:29 // 40:23 // 56:58 |
Con: |
Domenico Sciajno, Gene Coleman, Kim Cascone, Robin Hayward, Andreas Wagner, Thomas Lehn, Gianni Gebbia, Maurizio Martinucci (aka Tez) // Domenico Sciajno, Gene Coleman // Domenico Sciajno, Kim Cascone |
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un musicista non allineato |
x e. g. (no ©) |
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Ben tre CD di Domenico Sciajno tutti d`un botto potrebbero spaventare il nostro lettore. In realtà va considerato che la produzione del musicista palermitano (naturalizzato) nel decennio che si è appena concluso non può certo essere considerata eccessiva, e dall`ultima uscita Bowindo del 2006 (“Gelbe Tupfen” in collaborazione con Ralf Wehowsky) ad oggi c`è stato solo una pubblicazione australiana nel 2008 (“Merola Shoulders” in collaborazione con Lawrence English). La modalità del duetto è sicuramente fra quelle preferite dallo Sciajno musicista elettronico, e sono lì a dimostrarlo operazioni ormai storicizzate quali gli incontri/scontro con Giuseppe Ielasi, Gert-Jan Prins, Alvin Curran e con lo stesso Kim Cascone, oltre al già ricordato CD con Wehowsky (anche se in quest`ultimo si trattava di un duo virtuale, cioè di manipolazioni-rielaborazioni incrociate effettuate a distanza spazio/temporale). Un altro aspetto da considerare (a proposito di Sciajno) sono quelle capacità catalizzatrici e organizzative, non sono certo io a scoprirle, che con il suo trasferimento a Palermo hanno fatto della capitale sicula uno dei centri più ricettivi ed attivi per quanto concerne la musica improvvisata (proprio alla fine del 2009 si è svolta a Palermo una tre giorni con la presenza della prestigiosa Globe Unity Orchestra). E` in tale humus che prendono vita questi `incontri palermitani` avvenuti in un lasso di tempo compreso fra il Marzo ed il Giugno 2008.
“Doves Days in Palermo” raccoglie sette duetti registrati in buona parte negli studi di AntiTesi e Davide Barbarino, e solo in due casi (quelli con Cascone e Gebbia) in concerto presso l`associazione Malaussène. Le sette situazioni mettono Sciajno a confronto con strumentisti `tradizionali` (Coleman, Hayward, Wagner e Gebbia), elettronica analogica (Lehn) ed elettronica digitale (Cascone e Tez). Va detto che Sciajno non è certo impreparato alla comprensione dei vari mood dal momento che, già prima di farsi conoscere come esperto musicista elettronico, è stato attivo per anni come contrabbassista. Ma a garantire la varietà di situazioni gioca anche il divario espressivo fra i singoli strumentisti che va ben al di là del gap imposto dalle diversità fra gli strumenti utilizzati (per i tradizionali: clarone, basso tuba, clarinetto e sax alto), ed è quasi impossibile mettere sotto uno stesso tetto di strumenti a fiato il brontolio di Coleman, il linguaggio inarticolato di Hayward, i caldi fraseggi di Wagner e le strida free di Gebbia. E pure in terra elettronica sarebbe improprio accomunare i continuum del duo con Cascone, lo psycho-space di quello con Lehn e il `concretare` in crescendo di quello con Tez (se dovessi fare un inutile distinguo preferenziale è proprio su Particulate Matter che cadrebbe la mia scelta). E, alla fin fine, può apparire strano come i linguaggi espressivi di Hayward e Cascone siano più prossimi che non quelli di Hayward e Coleman o di Cascone e Lehn. Quello che preme comunque sottolineare, al di là di tutto il resto, è la ricettività di uno Sciajno che sa plasmare i suoi interventi sul mood dei vari pard come cera fusa che riempie gli anfratti di un calco.
Gli altri due CD rappresentano conseguentemente un approfondimento di temi già sviluppati in "Doves Days in Palermo" (o appendici allo stesso).
Una mia innata curiosità , che mi porta a preferire soluzioni inedite, unita alla particolare predilezione che nutro per i suoni caldi e vellutati del clarinetto basso e per le soluzioni frammentate e ricche di particolari, mi porta naturalmente a prediligere “Diospyros” (e chissà che in tale simpatia non eserciti il suo influsso anche la bontà del frutto in questione). Si tratta di un disco piuttosto vario dove, pur non saltando di palo in frasca e seguendo una logica ben decifrabile, i due musicisti riescono quasi sempre a trovare un punto d`incontro, non troppo sbilanciato in direzione dell`uno o dell`altro, a fare da baricentro alle loro libere evoluzioni.
D`altro canto la collaborazione con Cascone ha, come già detto, dei precedenti, e quindi risponde a tutte le caratteristiche di un duettare ormai consolidato. Meno rischi e meno sorprese, logico, ma comunque il CD risulta molto meno monolitico di quanto era lecito attendersi in base all`ascolto del disco precedente. Sicuramente, rispetto a “Diospyros”, si tratta di materia più `forte` e più `grumosa`, ma non di meno è possibile scorgere al suo interno squarci di luce, se non proprio voragini di vuoto. Prendete ad esempio Selfing, e troverete i due disposti ad abbandonarsi pure a parvenze ritmiche (in una marcia turbata da aritmie di percorso), oppure Eulophia, dove voci e friggere di `carne in padella` danno il la ad un brulicare di suoni minaccioso e tempestoso che termina in un inquietante conteggiare, o ancora Glove Box, `dub-encounter` in ambienti appositamente inselvatichiti.
In definitiva, come sempre nel caso di Sciajno, si tratta di materiale complesso e ostico da scalfire, ma fatelo quagliare con calma e vi accorgerete di avere fra le mani del metallo prezioso.
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