Autore disco: |
Nicodemo |
Etichetta: |
La Fabbrica / Rai Trade (I) |
Link: |
www.nicodemocantautore.it/ |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2010 |
Titoli: |
1) Le pareti 2) Alice dorme 3) Cambierei 4)Opto per la radio 5) Telenovele 6) Strano 7) Bella ed elegante 8) La reciprocità 9) Praticamente impossibile 10) Autunno
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Durata: |
41:08 |
Con: |
Nicola Pellegrino, Gaetano Maiorano, Giampiero Virtuoso, Vanessa Cremaschi, Andrea Ruggiero, Daniela Lunelli, Sergio Caggiano, Emanuele Esposito, Alessandro De Marino |
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Musica estetica |
x Alberto Carozzi |
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Ho preso molti appunti su questo disco, mentre l'ascoltavo, è bello quando un disco suggerisce molti spunti. Se non che, al momento di mettere ordine, mi ritrovo dei nodi che non riesco a sciogliere, e mi resta così il dubbio di non riuscire a tirar fuori un discorso che fila. E anche questo è bello, ho pensato, essere mandati in confusione da un disco.
Partirei dalla parte musicale, che forse lascia meno dubbi, e vengo subito alla spiegazione del titolo che ho dato, Musica estetica. Significa che esteticamente questo disco è perfetto. Perfetto nella cura, nell'equilibrio, nell'esecuzione, nell'interpretazione, nella confezione. Ci troviamo comodamente a cavallo tra musica pop e musica leggera, dieci canzoni malinconiche e seducenti, grazie soprattutto ad una voce cavernosa che sta tra Franco Battiato e Patty Pravo, rivestite di arrangiamenti raffinati e diciamo così, all'ultimo grido, con alcune escursioni in territorio jazz (sesta traccia, Strano) che ne accentuano la crepuscolarità d'insieme.
Una produzione ineccepibile, corredata ed arricchita da ospiti illustri (Andy, Pipitone, Luca Urbani che firma anche un brano, Raffaella De Stefano e molti altri), chiude questo cerchio perfetto.
A furia di eccellenze son finito a domandarmi se mi trovassi realmente tra le mani un disco indie o qualcos'altro, e questo è uno dei nodi che non riesco a sciogliere, ma credo sia un mio problema, un bisogno di contestualizzare tutto, quindi taglierei corto questo nodo. Senz'altro la professionalità spesa in questo progetto è enorme.
Nel definirlo un capolavoro di musica estetica, probabilmente lascio intendere che sotto altri aspetti invece ci sono delle carenze. Effettivamente la parte che mi lascia più interrogativi sta nei contenuti. Ci sono alcune cose nei testi che hanno attirato la mia attenzione e mi hanno incuriosito molto.
Intanto, ho avuto l'impressione che tutti i verbi fossero coniugati al presente. Sono andato a controllare a leggere i testi, e in effetti è così al novanta per cento, il passato e il futuro sembrano non esistere in questo disco e la trovo una cosa molto interessante. Esiste solo un momento, quello di adesso, qualunque cosa stia succedendo, preferibilmente nulla, ed assurgono a ruolo da protagonista episodi insignificanti come perdere un accendino. Un punto di vista affascinante, e delicatissimo, difficile da preservare, ci vuol poco a vacillare. L'adesso di Nicodemo non è che porti con sè rivelazioni incredibili, anzi c'è una stasi una staticità che a volte nemmeno c'è bisogno di un verbo che suggerisca azione o movimento. Nella canzone Alice dorme dice «Non recepisco nient'altro che i sogni/io il mio respiro e poi/idealizzare un presente diverso». Riflessioni, ma più che riflessioni son rimuginamenti, sembra dar voce al ventre molle dell'anima, che ha sì delle cose per la testa ma non sembra molto convinta: «la televisione nemica di sempre / a farmi compagnia»(Opto per la radio) detto con quel tono e quelle parole me lo fa immaginare sempre col telecomando in mano. Così come quel «mi piace studiare la gente!»(in Praticamente impossibile) che per me non significa veramente niente.
Spara lì due tre luoghi comuni radical chic «scambierei i soldi / con la felicità /cambierei un mondo troppo veloce/con più sobrietà » che lasciano il tempo che trovano sembrano un depistaggio rispetto al più evidente senso d'impaccio interiore che lo tiene lì ancorato, paralizzato al presente, anzi, due presenti (da qui forse il titolo "In due corpi"), uno reale, uno ipotetico, senza traccia però di quella rivoluzione culturale auspicata nella presentazione. Se invece ho frainteso, e per rivoluzione culturale Nicodemo intende un mondo confuso e domestico, direi che siamo in linea coi tempi. Dei testi che in fondo possono anche lasciare indifferenti, anche se la musica resta un invito a prendere posizione.
Questo il nodo principale a cui facevo riferimento, decifrare le velleità cantautorali di Nicola Pellegrino in arte Nicodemo, cantautore apocrifo, e qui mi fermo. Finale aperto. Invito all'ascolto.
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