Questo è il terzo disco del progetto musicale in tinta floreale (Harps of Fuchsia Kalmia), dietro ai cui aromi si nasconde Salvatore Borrelli, che mi capita di ascoltare e, pur ritrovando quella base comune fatta di psichedelia e concretismo sonoro, riesco a percepire delle differenze rispetto ai suoi predecessori (neppure troppo microcoscopiche seppur sempre logiche in dischi dello stesso autore). Innanzi tutto questo disco sembra essere, in tutto e per tutto, opera di un collettivo e non di un singolo, con aspetti quali quello noise che, assieme ai trattamenti glitch, suonano piuttosto più marcati rispetto agli altri due lavori. Ma, soprattutto, emerge un`attitudine tribaloide, quasi selvaggia, free e freak che dovrebbe renderlo apprezzabile da buona parte del pubblico devoto ai nuovi suoni psichedelici. Personalmente (ma chi se ne frega delle opinioni personali!) preferisco “The Angular Acceleration Df Light In The Unsound Mind Of My Uncle Dead In Michigan” e, poichè le soluzioni più interessanti di quel disco vengono qui disattese, la mia impressione è quella di un piccolo passo indietro (il tutto in chiave molto teorica, dal momento che non conosco la reale sequenza in cui i due dischi sono stati registrati). D`altronde credo si tratti di una realizzazione affatto speciale per il suo autore, tornato per l'occasione a pubblicare in quella Finlandia che, da un punto di vista attitudinale, sembra rappresentare per lui il Paese del Bengodi.
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