Devo ammettere che non mi entusiasma particolarmente questa tendenza recente di molti (ottimi) gruppi italiani a proporre delle sonorizzazioni, e per questo motivo inizialmente ho snobbato, alla sua uscita, questo “Il fuoco” dei Giardini di Mirò, disco basato sulla sonorizzazione portata in scena dal gruppo emiliano accompagnando le immagini del film di Giovanni Pastrone. Mi dicevo «se non mi interessa lo spettacolo che hanno realizzato, figurarsi ascoltare il disco senza vedere il film», temevo un ascolto noioso.
E mi sbagliavo.
Mi sbagliavo principalmente per quanto riguarda la prima delle tre parti in cui si divide il disco: La favilla, segna infatti un ritorno al post-rock delle origini, quello proposto dai Giardini di Mirò nel loro primo bellissimo “Rise and fall of academic drifting”. La composizione, divisa in sette movimenti, pur andando a posarsi su un territorio più che classico per il genere si fa apprezzare sul lungo periodo, dopo un buon numero di ascolti. Questo grazie a sfaccettature e variazioni che secondo me sarebbero state ancora più dicisive proponendo un`unica traccia. La cosa migliore è che non si sente la necessità di avere il film di Pastrone davanti per apprezzare La favilla.
Perdono invece qualcosa le due composizioni successive, La vampa e La cenere, che patiscono invece, secondo me, la mancanza delle immagini. La prima inizia con una pacata suite rumoristica non tanto ostica quanto insipida, che sfocia poi in una sorta di ballata strumentale più vicina ai Giardini di Mirò di “Dividing opinions”, ritmica e piacevole, ma inferiore alla musica che la precede, particolarmente nelle trovate noise finali.
La cenere invece per quanto interessante come composizione, manca di incisività , non riesce ad appassionarmi come la musica della prima parte del disco.
In definitiva comunque Il fuoco è un bel disco. Probabilmente sono io che mi aspetto sempre tanto dai Giardini di Mirò, e sicuramente con molte trovate di questa proposta vengo anche soddisfatto, ma in certi punti il legame con le immagini della sonorizzazione per cui sono stati composti e suonati questi brani si fa decisivo e per questo l`ascolto del cd va a perdere un po` di fascino, senza però andare a intaccare il valore artistico della musica proposta.
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