Un wit elegiaco e crepuscolare fa da (dolce) spina nel fianco al Girolamo De Simone di “Ai Piedi del Monte”. Com`è giusto che sia l`autore campano qui compie un affondo trés romantico sulla propria terra, tributando in solitaria una famiglia di autori che, per nascita o per semplice «adozione», ha legato la propria storia alle scenografie vesuviane del monte Somma e dei luoghi circostanti. Non ci si meraviglia dunque che l`intero concept, prodotto in sinergia tra la Konsequenz guidata dal nostro e la Hanagoori music, abbia ricevuto il benestare doc dell`Ente Nazionale del Vesuvio, e che di seguito si veda sia inciso che missato ai piedi del vecchio gigante la cui stazza, da sempre, costituisce un colpo d`occhio d`inconsueta bellezza nel classico panorama del golfo di Napoli che tutti conosciamo. La musica, intima e fragile, è messa in piedi, cronologicamente, dall`ausilio di pianoforte, spinetta, organo, e architettonicamente la si può leggere come una sintesi dove «versioni per pianoforte, trascrizioni, parafrasi, esecuzioni e musiche originali» del De Simone contribuiscono a far diventare meno clandestine le note scritte da Vincenzo Romaniello (i teneri frammenti da Tristezza dell`Anima e Ultima Prece, la trascrizione per piano di un incalzante Tramonto), Gaetano Donizetti (mesta e neoromantica la parafrasi che attua sul compositore di Bergamo con Il Tramonto e Doninzetti) e Antonio Misuraca, rielaborando di quest`ultimo alla spinetta, in ovvio senso barocco, l`armonia partenopea del suo Inno alla Vergine.
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