La prima volta che ho messo nello stereo questo nuovo lavoro di Mattia Coletti sono rimasto stupito, felicemente stupito, da come questo musicista abbia portato la musica prodotto col suo nome (quindi fuori dai vari progetti sperimentali, Polvere su tutti) verso un folk tanto pulito e melodico quanto splendido nel colpire l`ascoltatore.
“Pantagruele” è un disco leggerissimo, bucolico per certi versi negli ariosi arpeggi di chitarra classica e nel danzare della voce, lontano dai sospiri sonori e dalle atmosfere orientali del precedente “Zeno” (che riecheggia solamente nel minuto di elettricità chitarristica conclusiva). In questo nuovo album si respira un`atmosfera rilassata e più che gradevole, ci si immerge in un panorama di brani precisissimi in cui la bravura di Coletti a esprimere il suo estro con la chitarra la fa da padrone senza però andare a danneggiare la placida scorrevolezza del disco.
La forza di “Pantagruele” risiede nell`essere un album di canzoni, di bellissime canzoni, segnate da una semplicità che non si nega a una fruttuosa ricerca nella composizione dando vita a un disco che non sfigurerebbe tra i grandi nomi del folk americano, un lavoro il cui unico difetto è la breve durata, ma solo perchè quando finisce l`impulso immediato è quello di volerne ancora e viene automatico premere nuovamente il tasto play.
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