Glockenspiel, chitarre acustiche, violoncello, piano, tromba, percussioni, giocattoli, campionamenti, elettronica varia: il tutto compresso in brevi estatici brani di due o quattro minuti al massimo. E forse c`è anche altro, ma è difficile dirlo, poichè le note sono scarnissime e tutti questi suoni si accavallano gli uni sugli altri senza sosta, tanto da renderne difficile il riconoscimento. Una musica che potrebbe andare bene anche per la rinomata etichetta svedese Kning , ma che trova casa sulla poco conosciuta Abandoned Buildings, anch`essa dedita a tale felice commistione tra suoni analogici e digitali. In questo caso perfino con connotazioni a tratti più rock, con una registrazione decisamente imperfetta (forse in fase di mixaggio o mastering si sarebbe potuto fare qualcosa) che avvicina certe sonorità agli anni 70 (la quasi progressiva Horton), attraversando perfino ritmiche funky e downtempo.
Disco di difficile classificazione, asciuttissimo, senza momenti davvero epici, ma senza dubbio di gradevole ascolto, sebbene non sia mai davvero orecchiabile.
Da apprezzare anche l`ironia del trio, che con il titolo del CD e di alcuni altri brani aggiunge un ulteriore tocco di leggerezza ad un disco che, anche già grazie alle bellissime grafiche sul classico digipack ci ha conquistati.
Forse ci vorrebbe un nuovo termine per definire questa musica, che non è nè post rock nè folk nè pop... è solo musica bella. Ascoltate la stranissima, breve e perfino danzereccia Fnd Wax Cylindr At Abandnd Shell Station (è scritto proprio così) e ditemi che ne pensate.
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