Uno spettro s`aggira per l`italia. E` quello del cantautore. Ma le sue sono canzoni sporche e rumorose. Le Mal d`Archive, rispetto ad altri casi trattati recentemente, scelgono la soluzione della delicatezza e della trasparenza, almeno quanto a cantato e melodiosità , ma le armonie vengono continuamente disturbate dall`inserimento di suoni forastici devoluti dal concreto, dal noise elettronico, dalla psycodelia e dalla sperimentazione in genere. Ma gli autori dimostrano di avere ben chiara anche quell`arte dell`essenzialità che a suo tempo aveva fatto grande il Nick Drake di “Pink Moon”. “La Chanson de Mai”, come gli altri dischi pubblicati da Le Mal d`Archive, è un po` il corrispettivo di quegli EP che venivano pubblicati all`inizio degli anni `60: 7 pollici di diametro e 4 canzoni di contenuto. Qui le canzoni vere e proprie sono due, Omonime e La Chanson de Mai `94, mentre gli altri tre pezzi sono frammenti poetici, con voce recitante, impreziositi dagli interventi degli ospiti Mimmo Napolitano (Sec_), Mario Gabola (A Spirale) und Pier Giuseppe Mariconda. Se siete riusciti a capire di cosa si tratta dovrebbe essere inutile raccomandarvi di metterci sopra le mani, in caso contrario confido nell`intervento provvidenziale di santa curiosità .
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