Autore disco: |
Domenico Sciajno // AMP2 & Tim Hodgkinson |
Etichetta: |
Bowindo Recordings (I) |
Link: |
www.bowindorecordings.com www.sciajno.net |
Formato: |
CD |
Anno di Pubblicazione: |
2009 |
Titoli: |
1) Parte I 2) Parte II 3) Parte III 4) Parte IV // 1) Intelligent Sofa 2) Mr. Mamontov 3) Rolling 4) Hoop Scorn 5) Silt Omen 6) The Fish And Dagger 7) Claw Paste |
Durata: |
73:26 // 47:12 |
Con: |
(Domenico Sciajno, Sophie Cherrier, Frederique Cambreling, Luisa Castellani, Florent Boffard, Benny Sluchin, Christophe Desjardins, Laszlo Hadady, Jeanne-Marie Conquer, Alain Damiens, Gabriele Cassone, Elliot Fisk, Pascal Gallois, Teodoro Anzellotti, Christian Wirth, Claude Delange) // Domenico Sciajno, Dario Sanfilippo, Marco Pianges, Antonio Secchia, Gandolfo Pagano, Tim Hodgkinson |
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ensemble virtuale / ensemble reale |
x e. g. (no ©) |
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Fra il 1958 e il 2002 Luciano Berio compose XVI sequenze per esecutore solista, molte delle quali `dedicate` ad uno specifico strumentista (Severino Gazzelloni, Cathy Berberian, Claude Delangle, Eliot Fisk...), e il loro insieme viene considerato come uno dei vertici della sua opera.
Quelli che si soffermano a leggere questa recensione saranno sicuramente già ben informati rispetto alle “Sequenze” di Luciano Berio, ed è quindi al solo scopo di rinfrescare la memoria che ho scritto la pedante premessa, ma sono convinto che pochissimi conoscono invece “alla Berio”... sequenza per contrabbasso solo di Domenico Sciajno, un brano che, se non sbaglio, risale al 1995 e venne diffuso solo attraverso la rete informatica nel modello mp3.
“Sequens” rappresenta il punto in cui confluiscono quei due poli, da una parte le “Sequenze” di Berio e dall`altra l`interesse dimostrato da Sciajno nei loro confronti. Un interesse che fra le varie modalità possibili - la reinterpretazione, creativa o meno, di una o più sequenze... la scrittura di ulteriori sequenze `alla Berio`... la manipolazione (remix) delle singole sequenze... - si è infine concretizzatato nel modo più inconsueto e innovativo possibile. Utilizzando una registrazione originale di ognuna delle prime 15 sequenze (nel 1999, quando registrò “Sequens”, la XVI per violoncello non era ancora stata composta), e aggiungendo il proprio lavoro al contrabbasso, Sciajno da vita ad un ensemble virtuale formato da 16 elementi reali, e partendo quindi da 16 esecuzioni avvenute in tempi e con modalità diverse crea un'unica orchestrazione che contiene quasi tutte le sequenze di Berio, le utilizza e le supera verso la costruzione di qualcosa di nuovo e di diverso, ma che pur mantiene nel proprio DNA (inalterati) tutti gli elementi dell`opera originaria. Ecco che concetti come taglia e incolla, manipolazione, virtuale, assemblaggio... confluiscono nella creazione di un`opera che, pur avendo intrinseci tutti i geni della contemporaneità , pone le sue radici in quello che ormai possiamo già definire come il pre-moderno.
Considerando anche il gap fra la registrazione e la realizzazione del CD (1999 e 2009), dieci anni nei quali l'evoluzione delle cose è andata comunque in ribasso rispetto alle previsioni, "Sequens" era e rimane a tutt`oggi un'opera a tasso altamente innovativo e, di conseguenza, la pur tardiva realizzazione di questo disco è da salutare con grida di giubilo.
“Hums”, seppure non sia proiettato in avanti come “Sequens” e seppure gli sia inferiore anche nei contenuti, è un disco che alla resa dei conti appare forse ancora più importante (al di là della presenza di un nome `sacro` come Tim Hodgkinson). Importante perchè compatta la scena elettro-elettronica siciliana, estremamente viva e attiva in tutto il territorio già da tempo, ma che il trasferimento nell`isola di un personaggio attivo e catalizzante come Sciajno ha sicuramente stimolato e reso più audace. Nei 7 brani trovate, comunque realizzato ad alti livelli e con alcuni passaggi davvero coinvolgenti e strepitosi, ciò che potete aspettarvi da un ensemble con chitarra preparata, percussioni, elettroniche, portatili più Tim Hodgkinson, cioè la ormai `classica` miscela di concreto ed elettroacustico trattato digitalmente (o, se più vi aggrada, l`idea dell`intonarumori futurista ormai fatta carne), e questo rifuggire da ogni sorpresa è l`unico limite del disco. Ma forse è il caso di guardare anche in prospettiva, a ciò che l`hum(u)s insulare può ancora produrre, e di fronte a musicisti come Sanfilippo, Pianges, Secchia e Pagano ogni speranza appare più che giustificata (ribadisco comunque che il disco è degno di attenzione per motivi che vanno al di là della presenza dell'ex Henry Cow).
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