First things first, quindi, se vi sentite orfani di quell`elettronica ancora umana che partiva da una specie di melting pot di generi già esistenti per svilupparli con un nuovo tocco, se Dj Shadow, la Compact, la K7, i Massive Attack, il trip hop, la Anticon, Murcof e roba del genere ha ripreso idee e generi già esistenti e dando loro una nuova veste che amavate, se nella ricerca del suono più cool secondo voi molta elettronica si sta disumanizzando ed infine se quello che interessa nella musica sono melodia, patos ed atmosfera: segnatevi il nome di quest`etichetta tedesca che si chiama Nonine. Molte delle uscite di questa label che si dedica principalmente a net-release di classe A, vedono coinvolto in prima persona quel Me Rabenstein che dell`etichetta è anche il fondatore ed il motore. A seconda dei diversi progetti e dei diversi compagni di avventura questo berlinese sposta il suono verso e lo fa variare quel tanto che basta per giustificare il cambio di moniker, detto questo è anche vero che il ragazzo ha un suo stile ed un tocco notturno, elegante, delicato ed un gusto invidiabile. Credo che Slowcream ad ora sia il progetto che lo vede coinvolto che stia riscuotendo la maggiore attenzione, oltre ad aver già prodotto due ottimi dischi e ad avere questo ancora caldo di stampa, sono stati raccolti su uno splendido sempler uscito per la Decca/Universal insieme a gente del calibro di, Philip Glass, Murcof, Akira Rebldes, Gavin Bryars, Alva Noto e Ryuichi Sakamoto tanto per citare i più conosciuti (odio le compilation ma questa è davvero piacevolissima). Come lecito aspettarsi, vedendo i nomi del sampler nel quale sono stati inclusi, ci si può immaginare un disco di musica neo-classica e per quanto la cosa non sia sbagliata è giusta sol parzialmente. Certo, i fan di Murcof ci si potrebbero buttare a pesce, ma il taglio di Rabenstein è un po` diverso, meno classico-contemporaneo, più cupo e nonostante questo per nulla pesante. Le atmosfere di Slowcream hanno sempre un taglio da locale “by night” ed un`enfasi tutta filmica che non passano certo inosservati. Oltre ai campioni, ai suoni ed ai beat, il ricco carnet degli ospiti e gli strumenti utilizzati la dicono lunga sulla produzione del lavoro e vi basti sapere che sono tutti dosati sempre con un certa raffinatezza fra melodie quasi classiche, folate quasi-ambientali e ghirigori cool-jazz che raffinano ulteriormente un prodotto già di livello. Musica di classe e ricca di gusto e nonostante tutto molto melodica, cosa che non guasta per nulla, anzi.
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