Il nome di un finlandese, vero o falso che sia, che rimanda a film di Kaurismaki misti di alcol e dialoghi assurdi. Due animali bizzarri, sconosciuti ai più, orribili e simpatici allo stesso tempo, probabilmente maleodoranti. Una copertina dai colori sgargianti, aggressivi, allegri. Dietro tutto questo, tre musicisti che vengono dalla scena jazz emiliana, attivi da più di un ventennio, volendo anche `colti`, per quel che possa voler dire, con tanto - per dirne una - di installazioni e colonne sonore del giro della così detta `Arte` con la “A” maiuscola (Mirko Sabatini).
Tutto questo costituisce il contorno di un disco spiazzante, di canzoni dai testi divertenti ma non demenziali, sebbene la nota di humor spesso prevalga (vd. Errore Storico), cantate con gran bravura, e suonate ancora meglio. C`è un forte piglio pop, inevitabile purtroppo pensare a Elio e le Storie Tese, ma il retroterra jazz si fa sentire prepotente, con il sassofono (a volte forse portato troppo in primo piano) a svisare folle. Quindi ecco anche echi di Mr. Bungle (Semi, Incudine), dato anche il piglio `peso` che a tratti prendono le tracce, ma anche giri di basso danzerecci: su tutto la superba title-track, che - Dio mi perdoni - scatena in me ricordi di Frankie Goes to Hollywood privati della perversione sessuale. Se anche i nostri Vakki Plakkula trovassero un Trevor Horn sulla loro strada forse arriverebbero in classifica o sul palco di Sanremo, basterebbe forse smussare una certa ripetitività a volte eccessiva, specialmente nel cantato (l`apertura di La notte pullula ad esempio), che tende semplicemente ad irritare. Per ora godiamoci il loro disco e facciamo ascoltare agli amici che sentono solo Vasco Rossi e Ligabue “perchè gli piace la musica italiana”. Non è solo quella, grazie a Dio, da oggi c`è anche questo infiltrato travestito da finlandese.
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