Bar La Muerte, Boring Machines, Burp Pub, fromSCRATCH, Fratto9 Under The Sky, Holidays Rec, Lisca, Lizard Rec, Marinaio Gaio, People From The Mountains, Rotor Audio Club, Rudimentale, To Lose La Track, Wallace Rec (I)
Afraid! / Airportman / Almandino Quite Deluxe / Be Invisible Now! / Dada Matto / Fuzz Orchestra / Harschcore / I/O / Jealousy Party / Larsen Lombriki / Miranda / Musica Da Cucina / Ovo / Tiger!Shit!Tiger!Tiger! / With Love
...REST IN PEACE
x Andrea Ferraris
Come molti di voi sapranno il Tago Fest è uno dei pochi esperimenti riusciti di fusione di intenti, un festival che unisce parecchie etichette e generi diversi sotto l'idea di uno showcase indie-pendente. Un assaggio multiplo se non una specie di rapporto annuale di quello che accade in Italia, nonostante l'ottima qualità di alcuni gruppi e la buona resa di altri non si tratta necessariamente dei migliori materiali usciti in ambito italiano, anche se spesso le cose coincidono anche, però bene o male alcune delle etichette più longeve e dei musicisti più conosciuti in certi ambiti hanno partecipato attestando l'importanza dell'evento. Spesso si raggiunge l'apice proprio qualche momento prima del tracollo oppure americanamente parlando "it's always darkest before the dawn" come dicevano i Turning Point, una parabola che con un certo rammarico si adatta anche alla storia del Tago Mago di Massa che del Tagofest è e in un certo senso rimarrà la sede storica. É pur sempre vero che un circuito o una scena dura quel che dura, è nella legge naturale che governa il mondo, non per nulla spesso l'immagine letteraria di un vampire è quella di un "dannato", per l'appunto con-dannato a vivere in eterno. Dobbiamo quindi farci crescere dei baffi degni dei riot gay di Castro street e cantare con orgoglio un "who wants to live forever" assumendo le buffissime pose di Freddy Mercury?...non credo, ma va accettato solo che tutto duri quanto può, quanto riesce e quanto deve. Il Tago Mago ha chiuso i battenti sotto un multone dei vigili, schiacciato dagli improperi di un vicinato che "non poteva tollerare" tutti quei freak per ben tre giorni l'anno" e per quanto non invidi gli yenkee, pensare che là possano suonare quattro gruppi power noise nel tuo salotto senza che nessuno si lamenti (o peggio che tu multi) mentre qui riesci a malapena a non prendere una multa da SIAE, vigili, insulti dei passanti, scarsa disattenzione, snobbismo dagli stessi fruitori probabili e così via mette parecchia tristezza. Lasciando da parte delle inutili nostalgie per un evento che bene o male siamo sicuri che avrà un seguito, resta questa testimonianza coprodotta da alcune delle etichette pilastro del Tagofest e da alcune di altre più o meno note. Nicola Quiriconi fa un ottimo lavoro che seppur molto differente potrebbe ricordare vagamente il lavoro che aveva già effettuato Andrea Caccia in occasione delle Arrington De Dyoniso Quartet di cui non posso che consigliare di reperire la videocassetta. Una specie di reportage-documentaristico invece che dei live veri e propri che fra gli altri riprendono alcuni dei migliori gruppi della terza edizione dagli I/O ai With Love, dagli Ovo a Be Invisible Now, dagli Afraid agli Harshcore. Buon montaggio, suono discreto e dei filmati che bene o male documentano perfettamente l'atmosfera dei live di quella specifica edizione. Non trattandosi di un vero e proprio documentario non ci sono tracce che attestino l'intera dimensione stile meeting dell'evento, ma un buono spaccato dei live ad esso connessi. Un gran bel lavoro che dimostra come anche con mezzi molto esigui si possano fare lavori parecchio interessanti.