Sono lugubri canti irriconoscibili quelli che aprono questo nuovo episodio della serie "Black tar prophecies" dei bostoniani Grails, il quarto per l`esattezza, dopo che i primi tre hanno aperto al quartetto americano nuove strade nella ricerca e nella sperimentazione legata al post-rock.
Se negli episodi precedenti emergevano un gusto pischedelico legato a atmosfere oscure ed etniche, in questa nuova uscita i Grails sembrano voler riallacciare il elgame con suoni seventies, nonostante i due ostici episodi New drug.
Self-hypnosis infatti è un vero e proprio brano rock `n roll d`altri tempi, che però negli arpeggi e nelle variazioni ritmiche dimostra di mantenere tutte le qualità e le intuizioni che hanno portato i Grails a essere una realtà che seguo sempre con gusto e piacere, particolarmente per la loro capacità di reinventarsi in continuazione dando sempre nuovi spunti all`ascoltatore.
Classicissimo anche il pianoforte che scandisce A mansion has many rooms, ballad leggera da vecchio film, così come Up all night dolce e bucolica nel suo crescere continuo.
“Black Tar Prophecies 4” dimostra come la creatività dei Grails sia in continua evoluzione, con accostamenti bizzarri e composizioni entusiasmanti. Un ascolto più che gradito aspettando il nuovo materiale della band che dovrebbe essere disponibile nei primi mesi del 2011.
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